SB Storie Bizzarre SB 23 | Page 67

Lo condusse attraverso tutta la sterminata collezione di libri e giunto a uno scaffale occupato da una quarantina di volumi rilegati in pelle, ne sollevò uno, rivelando così la presenza di una botola nascosta proprio sotto di loro. L’aprì e gli fece strada, stringendo tra le mani una torcia. Scesero ben duecentocinquanta scalini, in condizioni a dir proco precarie, senza aria e con una luce minima che, quando illuminava il volto scarno di Valaraukar, disegnava sul mento spigoloso e sugli zigomi pronunciati delle ombre simili a diavoletti ribelli che danzano attorno a un pallido fuoco. Dopo quell’interminabile discesa, Valaraukar finalmente si fermò innanzi a una porta d’acciaio su cui era inciso: Mäwqh Osha Saak-gaalrűd Phashali Hor-tan. Era la porta degli Inferi. Era una delle porte degli Inferi, poiché un luogo così maledetto, non poteva avere solo un ingresso. Valaraukar aveva oltrepassato quel limite una sola volta, quando aveva giurato fedeltà all’Oscuro Signore e aveva versato il proprio sangue nel fiume Ithoragtan, un fiume in cui sangue, fango e lava formavano un unico liquido; lì Valaraukar aveva conosciuto il Male e l’orrore più profondo, anche se non si era trovato mai al cospetto di Coluiche-sussurra-nelle-tenebre, ma trovarsi dove lui dimorava era più che sufficiente. Così, mentre Valaraukar raccontava al giovane Adam cosa aveva provato quando aveva varcato le soglie degli abissi questi, ancora con il volume che parlava della sua nascita sottobraccio, aveva avuto una visione folgorante del libro stesso che attraversava Ithoragtan restando perfettamente asciutto e intatto; anzi, a contatto con il fiume, il libro cresceva di dimensioni fino a diventare un gigantesco volume su cui Adam avrebbe potuto navigare e 67