ture lo avevano portato a una confessione delirante in cui diceva
che il suo Signore, il più grande di tutti i Signori Oscuri, intendeva
trasmettere i suoi poteri al suo unico figlio, per metà umano e
per metà demone, concepito con la principessa Nerisaga diciotto
anni prima.
Non serviva fare due più due per arrivare alla conclusione poiché
il risultato era fin troppo evidente. Dannusk, comunque, aveva anche scritto che dopo la confessione Thybelard era stato ritrovato
morto nella propria cella. Nessuno era riuscito a capire le cause
della morte. Non c’erano segni di strangolamento né ferite. Si era
pensato a un arresto cardiaco, anche se questo era parso a tutti,
e in primis a Dannusk, un pretesto per non fare niente innanzi a
ciò che Thybelard aveva confessato. Ma visto che Dannusk non
intendeva restare con le mani in mano, aveva deciso di scrivergli
quella lettera e di raccontargli quest’ultimo misterioso episodio.
Così Abe, dopo aver riletto per l’ennesima volta la lettera di Dannusk, andò finalmente a interrogare Adam, dicendosi che non
doveva e non poteva accusarlo, visto che non c’erano prove contro di lui, ma la sua semplice reazione avrebbe potuto dargli delle indicazioni utili per trarre delle conclusioni parziali.
Adam non gli chiese perché avesse scelto proprio lui. Ad Abe parve molto tranquillo.
- Hai saputo - incominciò il sacerdote - della morte del giovane
Astur, non è così? Il ragazzo annuì. - Ti ho convocato per sapere se negli ultimi tempi hai avuto delle visioni o se ti è capitato di fare degli strani sogni in cui Astur o gli altri novizi morti di recente ti parlavano per
rivelarti il nome del loro assassino. Adam alzò gli occhi sul sacerdote. Abe si ritrasse, vedendo nel
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