più veloce che possiamo. - Il giovane centurione tentò di
nascondere senza successo un tremito nella voce.
Tauro trattenne per metà una risata di scherno.
- Io sono l’ufficiale più anziano, ma appartengo a un’altra
coorte, e vista la nostra situazione non voglio imporre le mie
decisioni. Mettiamo la cosa ai voti. Guardò uno per uno i volti degli uomini radunati li intorno,
- Chi vota per… andare via? - Fillio si affrettò ad alzare la
mano, seguito subito dopo da Ardente e dal centurione della
seconda Medino. - Nessun altro? - Tauro guardò con un
misto di orgoglio e soddisfazione Druso e gli altri quattro
che avevano scelto di restare, - Bene! - esclamò battendosi
con un pugno il palmo della mano, - Restiamo! Il muggito di un corno riecheggiò poco distante, i centurioni
si voltarono contemporaneamente, quasi volessero fiutare
la presenza del nemico.
- Ci siamo - la voce di Druso era bassa, vibrante di ardore.
Uno a uno tolsero il mantello dalle spalle, scoprendo le
armature lucide di pioggia, Tauro guardò negli occhi gli
uomini che lo circondavano, - Fratelli, vivere o morire oggi
non ha importanza, oggi lasceremo un segno nell’anima di
coloro che sfidano Roma. Facciamo in modo che tutte le genti
Germaniche ricordino Arminio come colui che ha provocato
la loro rovina sfidando Roma!
Vis et Honor! - Vis et Honor! - risposero insieme gli altri centurioni,
dopodiché si affrettarono a prendere posizione tra i proprio
uomini.
La base della collina era inondata dal bagliore di migliaia di
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