la forza della disperazione l’aquila verso lo schieramento
alleato, l’asta si piantò a dieci passi di distanza rimanendo a
vibrare coperta di sangue.
Druso fece due passi fuori dallo schieramento, - prima e
terza centuria! Avanti! Passo doppio! li respingiamo fino
agli alberi poi torniamo indietro in formazione difensiva, se
vedo qualcuno rompere lo schieramento per fare bottino, lo
faccio crocifiggere. Muoversi! Le due centurie si staccarono dallo schieramento e che subito
si ricompattò richiudendo i varchi. Quando i legionari in fuga
videro i compagni muovere verso di loro raddoppiarono gli
sforzi per raggiungere la momentanea salvezza rappresentata
dalla seconda coorte.
Le due centurie avanzavano a passo sostenuto con gli
scudi uniti a formare un muro, le lame dei gladii rilucevano
minacciose.
I barbari, non appena si accorsero dei nuovi nemici, smisero
la mattanza e si lanciarono verso gli scudi rossi dei legionari,
ignorando i fuggiaschi.
I romani marciarono in perfetto sincrono fino a pochi passi
dai nemici e accelerarono negli ultimi sei o sette metri per
dare maggior forza all’impatto, questo senza minimamente
perdere coesione nei ranghi.
L’impatto fu brutale e le due centurie si fermarono
impossibilitate ad avanzare dalla mole di nemici che le
soverchiava in numero. Il loro vantaggio, però, fu subito
evidente, nella mischia le corte spade romane si insinuavano
in ogni apertura dispensando morte e mutilazioni, mentre
le lunghe e pesanti armi dei germani, letali se brandite nello
spazio aperto, erano inutili in uno schieramento stretto dove
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