Un gruppo di tre poliziotti con la tipica divisa verde cobalto
della Polizia Risocializzante e un quarto uomo in borghese
con il fazzoletto davanti alla bocca a causa dello spettacolo
nauseabondo offerto dalla stanza di Kiro, che ai suoi occhi di
impomatato funzionario in giacca e cravatta doveva apparire
come un angolo dimenticato di mondo ricolmo di sporcizia
ed inettitudine, fecero la loro comparsa nella vita sospesa
di chi credeva di essere stato finalmente dimenticato dal
mondo esterno. Ma così, evidentemente, non era.
Riponendo il fazzoletto in una delle tasche della giacca il
funzionario pretese con voce risoluta: <>.
Kiro, visibilmente confuso e non sapendo sostenere lo
sguardo di ben quattro esseri umani nella sua stanza, lasciò
cadere il joystick sul materasso e si alzò in piedi tremante
e con lo sguardo perso nel pavimento. Non partecipava a
un discorso articolato con altri umani, almeno dal vivo, da
tanto tempo e aveva dimenticato quanto potesse essere
complesso un dialogo e quanto stressante fosse il dover
cercare la risposta giusta alla domanda che veniva posta
dall’interlocutore. Quindi attese fiducioso e lasciò, in questo
era bravo, che la vita facesse il suo corso anche durante
questa esperienza dura e imbarazzante che aveva interrotto
il suo decimo livello, messo in pausa.
<>
L’inevitabile silenzio-assenso dell’“indagato” costrinse il
burocrate a proseguire in modo rassegnato nella lettura del
documento tirato fuori da una cartellina nera: <<… Kawakami
Kiro, in violazione dell’articolo 1398 del Nuovo Codice
37