risposte. La creatura l’osservò con un ghigno distorto sul volto, ma
lo invitò a proseguire muovendo il moncone che aveva per
braccio.
- Che Regno è mai questo? Per tutta risposta l’altro tornò a ridere. Una volta sfogatosi
fissò le proprie cavità oculari in quelle del Nuovo Dio.
Il Nuovo Dio vi lesse uno sconforto senza fine.
- Questo è l’Abisso, Orso Possente! Possibile tu non ne abbia
mai avuto sentore? Il Tartaro, una forra senza uscita. Qui puoi
trovare divinità detronizzate che hanno smarrito persino
l’orgoglio di reggersi sulle proprie gambe. Giacciono inermi,
preda dei demoni che ne divorano spirito e carne in un ciclo
continuo di demolizione e annientamento e rinascita a nuova
sofferenza. Un Dio non può morire, ma questo non sempre è
un bene. L’Abisso… Bboar non ne aveva mai sentito parlare.
Il suo silenzio convinse la creatura a proseguire il proprio
monologo.
- Quando qualcuno tenta di sovvertire l’ordine precostituito,
il Padre lo punisce così. Dalla notte dei tempi. Dalle
sollevazioni dei Titani, alle incursioni dei Grandi Demoni.
Quando qualcuno anela a Troni che non gli spettano, il Padre
lo rinchiude qui. Tu, di quali crimini ti sei macchiato? Il Nuovo Dio non sapeva rispondere. Non capiva quali peccati
potessero essergli attribuiti.
- Non temere, neppure io ricordo i miei crimini, ma il Padre
non dimentica. - rise il presunto Dio e in quel mentre fu luce.
Un tuono rombò, accompagnato da un fulmine che fece
risplendere la zona fino a bruciare gli occhi dell’Orso
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