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Il nuovo Dio e l’Abisso di Andrea Zanotti Il Dio era cieco. Il buio lo avvolgeva integralmente. L’onniscienza era svanita, così come il delirio d’onnipotenza che ne aveva contraddistinto la breve vita. Bboar, l’Orso Possente, lo chiamavano i fedeli, i medesimi accoliti che per lui erano stati disposti a rischiare la vita in un combattimento senza speranza di vittoria. Ai piedi dei suoi Totem sacri avevano tributato offerte e sacrifici, di tutti i generi: vergini, prede, trofei e libagioni. Infiniti rituali erano stati professati per onorare e invocare la sua presenza, accompagnati da melodie che erano state innalzate fin nel cuore della realtà non-ordinaria a portare alla conoscenza di tutti gli Antichi della nascita del Nuovo Dio. Suoni e litanie che lo avevano allettato con un crescendo di percussioni capace di estasiarlo, mentre i seguaci si lanciavano in danze sfrenate cariche di sensualità. A migliaia erano morti in quello scontro dissennato. Lui non se ne era neppure accorto. Una furia morbosa si era impossessata della sua totalità, rendendolo sordo alle preghiere dei fedeli, trucidati in quello scontro impari. Ora tutto era lontano, sfocato. La coltre di tenebra che lo circondava pareva nutrirsi dei suoi ricordi, cancellando ogni rimembranza di grandezza. Aveva paura. Un sentimento sconosciuto che mai gli era appartenuto. Eppure se ne sentiva il puzzo acre addosso. Incapace di comprendere persino la collocazione spaziale 16