Rrivista Cultura Oltre - 11° numero- Novembre 2019 Rrivista Cultura Oltre - 11° numero- Novembre 2019 | Page 3
“C I SONO UOMINI ” DI M ARIA R OSARIA T ENI
Ci sono uomini che vivono il quotidiano rimbalzo di giorni su
schermo piatto di una vita ordinaria, tra piccole baruffe dome-
stiche, visite doverose a genitori anziani, gite con gruppetti
parrocchiali e partite al maxi schermo con gli amici di sempre.
Ci sono uomini che indagano sui fatti altrui e vivono del chiac-
chiericcio spicciolo da consumarsi sulle vite degli altri e ma-
gari sulle vicende del prossimo. Ci sono uomini che acquistano solo il giornale dello
sport perché la politica ormai non conta più e tanto non si deve cambiare nulla perché
tutto resti uguale, quindi a che serve infiammarsi o impegnarsi se comunque il mio bel
posto al sole è assicurato!? Ci sono uomini che cercano di arrancare per trovare una
poltrona e piantare radici, che poi non si estirpano perché nel frattempo sono diventate
gramigna….
E poi ci sono uomini che lottano, moderni Don Chisciotte, contro mulini a vento, contro
ingiustizie e ostacoli, pronti a rialzarsi in piedi per affrontare sempre nuove imprese,
ancora animati dalla fede nel proprio potenziale filantropico che nessuna inerzia po-
trebbe mai annullare. Uomini che hanno subito persecuzioni e sopraffazioni e che hanno
imparato il valore della vita, di contro alle catastrofi della storia. Uomini che, pur nella
più umile delle condizioni, nello stato di prostrazione più viva, non hanno mai dimenti-
cato la dimensione spirituale e la profondità intellettuale, ritrovando nella forza dello
spirito l’essenza della persona. Oggi ho pensato a tutto questo riflettendo sulla morte di
Alberto Sed, scomparso nella serata di sabato 2 novembre, sopravvissuto al campo di
sterminio di Auschwitz-Birkenau. Alberto dopo essere stato catturato a Roma con sua
madre e le due sorelle venne portato per un breve periodo a Fossoli, per poi essere con-
dotto a Birkenau: lì gli venne tatuato il numero A-5491. Aveva 91 anni e, ad appena 14,
conobbe le atrocità compiute dai nazisti e assorbì tutto il dolore e la disperazione di
donne e vecchi, il pianto dei bambini ancora insonnoliti. Aveva introiettato quell’im-
mane carico di orrore nel suo animo dolente e per 50 anni ha custodito tutto ciò che i
suoi occhi di adolescente avevano visto prima di riuscire a parlarne. Ricordi che servono
a non dover ripetere una storia che rimarrà purtroppo indelebile e che nessun uomo do-
vrebbe mai voler rivivere. Anni fa, visitando “Il treno della memoria”, provai delle emo-
zioni talmente forti che, una volta rientrata, fu quasi un bisogno doveroso riversare ciò
che avevo visto in una riflessione che spontaneamente avevo sentito nel mio animo so-
praffatto dal dolore e anche dall’indignazione. Vorrei condividerla in ricordo di Alberto
Sed e di tutti i sacrificati nei campi di sterminio, i sommersi di Primo Levi e gli angeli
di un cielo pietoso e senza barriere, senza confini, senza discriminazioni: un cielo di
tutti!
E ho pianto
Era inverno. La neve accarezzava
corpi incerti / manichini oscillanti
incartati da divise intessute
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