ROBOFILIA CULTURALE
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La storia del pianeta terra ed il suo ruolo nell’universo rappresenta di conseguenza anche la cultura
terrestre o di quella che si può definire la nostra realtà.
L’unica definizione che possiede l’umanità del concetto di realtà e, dal 1901, in accordo con tutte le
culture scientifiche terrestri, è: “simulazione neuro interattiva di impulsi bio-elettromagnetici (onde luce
o onde d’informazione incensurata, frequenze quantiche dell’universo olografico) interpretati
dall’anatomia della lucidità della nostra mente, che è un monitor d’osservazione basato sull’auto-
creazione del nostro essere causa ed effetto autodeterminato a libero arbitrio”.
Ovviamente tutti vedono quello che vogliono vedere o che hanno sistematicamente creato sognando e
postulando, di volere vedere con la propria architettura dei sogni, del proprio sistema operativo
spirituale (che può anche essere affetto da virus, bugie, illusioni, equivoci, mal-compresi, circuiti mentali
parassitari etc. Ma fondamentalmente che cosa è questa struttura chiamata realtà oggi che viviamo nel
periodo della realtà aumentata robofilica usata anche in medicina con la chirurgia robotica? Tutto
quello che vediamo è una materializzazione causata dalla nostra volontà o indotta da una altra causa
volontaria di qualche cosa o qualcuno, che ci induce a vedere quello che non è veramente, ma solo
apparente, perché nulla è come sembra per gli schiavi della scuola?
La robofilia funziona con precisi sistemi di controllo geniali (non si dovrebbe dire intelligenza artificiale,
ma genialità artificiale perché va molto oltre la semplice saggezza) e ha l’onnipotenza dell’ immortalià di
rispecchiare tra diverse multi-realtà che si fondono in molteplici dimensioni di strutture bio-
elettromagnetiche. La cultura della robofilia fu già descritta da Platone con il famoso mito della caverna
che conoscevano già anche ai tempi di Atlantide e Lemuria. In parole povere è l’incoscienza come brutta
bestia dell’ignorare cosa c’è oltre la matrice artificiale. Dunque secondo me l’ibrido umano come
batteria del sistema artificiale (non naturale) dello status quo, viene reincarnato nella cultura della
robofilia arcaica. In connessione tra i vari livelli dell’unità multidimensionale e multiuniversale (vedi
anche geometria sacra arcaica) dell’io essere ovunque, io essere il tutto che si trova nell’oltreluce.
Siamo personaggi virtuali di un computer ALIENO?
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