Rivista Cultura Oltre- Giugno 2018 - 6° numero rivista-cultura-oltre GIUGNO 2018 - 6^ numero | 页面 6
ritorno in patria nel 1977. Temi popolari e regionali sono trasfigurati letterariamente nelle
sue prime raccolte di versi, scritte nei metri tradizionali (Marinero en tierra, 1925; La
amante, 1926; El alba del alhelí, 1927, ecc.). Sobre los ángeles (1929) ci offre una poesia
più intellettuale e astratta (anche la libertà ritmica del verso è indicativa del nuovo
orientamento). L’ “elegia civica” Con los zapatos puestos tengo que morir (1930) segna
la transizione verso una poesia penetrata di contenuti politici. Negli anni dell’esilio
Alberti andò elaborando una problematica politica più matura (si ricordano le opere
teatrali: De un momento a otro, 1939; El trébol florido, 1946). Allo stesso modo, il suo
lirismo si è evoluto dalla violenza satirica di opere quali Capital de la gloria (1936–1938)
a un più delicato e nostalgico intimismo (Retornos de lo vivo lejano, 1952). La pittura
(egli stesso è stato pittore di un certo talento) gli suggerisce dei “poemi del colore e della
linea” che raccoglierà poi (1953) nel volume A la pintura. Altre opere: Noche de guerra
en el Museo del Prado (1956), Poemas ascénicos (1962), Canciones del alto valle del
Aniene (1972), Los hijos del drago y otros poemas (1986). Sono da ricordare le memorie
La arboleda perdida (1959; trad. it. 1976).
[da Enciclopedia Treccani]
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