Rivista Cultura Oltre 7^ e 8^ numero - LUGLIO - AGOSTO 2018 rivista-cultura-oltre LUGLIO AGOSTO 2018 | Page 15

Editoriale: “Diversa da chi?” di Maria Rosaria Teni Come avrete notato, la nostra rivista non va in vacanza e anche ad agosto propone delle riflessioni che scaturiscono da quelli che sono gli episodi meritevoli di maggiore considerazione e soprattutto che richiedono l’attenzione di noi, esseri umani partecipi di una società civile. In questi giorni, mentre il corpo cerca di ritemprarsi dalle fatiche lavorative, nonostante la temperatura a volte insostenibile, e la mente è alla ricerca di fresche immagini lievi e scanzonate, non ho potuto fare a meno di pensare a chi, malgrado potesse soffrire il disagio derivato dall’afa e dalle condizioni ambientali soffocanti, è comunque costretto a portare sulle spalle grossi fardelli di merce e a girare per le spiagge e per i lidi, proponendo acquisti improponibili e “disturbando” la quiete di colui che vuol godere del meritato riposo. Essere infastiditi da individui che, probabilmente perché già abbondantemente “abbronzati”, non soffrono il torrido caldo estivo e si insinuano tra oli profumati e corpi depilati nel momento in cui si desidera il divago svagato senza affanni, è un oltraggioso insulto alla libera convivenza del sano vivere! Pesano i tappeti dai colori sgargianti e ruvidi al contatto di pelle accaldata e sul sudore che lacrima da occhi arrossati! Tagliano le spalle i tralicci di vestiti etnici abbarbicati e dondolanti che si fanno spazio tra una marea di bagnanti indolenti e bambini in frenetico movimento! La pelle scura non lascia vedere facilmente gli arrossamenti e i tagli, la pelle scura è abituata alle frustate che gli antichi schiavi ingoiavano stringendo i denti! La pelle scura si vede da lontano ed è diversa perché non presenta nei, sì quei puntini marroncini che costellano il corpo della gente comune, che a volte si imbizzarriscono e diventano proprio neri, neri… La pelle d’ebano è perfetta e senza macchie, ma ha ferite più profonde che sono cicatrici dell’anima, che sono sfregi di atavica memoria e di pregiudizi secolari e che non si possono cancellare con nessun intervento o miracolosa soluzione. La pelle d’ebano è diversa e purtroppo è carica di una diversità cucita addosso, che non si estingue con il tempo o con le stagioni che cambiano, ma resta impressa come un marchio indelebile e profondo. Io mi chiedo però, se alla fine ognuno di noi non sia in realtà diverso e quindi, se tutti siamo diversi gli uni dagli altri, la pelle d’ebano è diversa da chi? Maria RosariaTeni 15