Rivista Cultura Oltre 3° numero - MARZO 2018 rivista-cultura-oltre 3° numero -MARZO 2018 - | Page 31
Alla fine Aldo Moro viene ucciso e il suo corpo fatto ritrovare in via Caetani a metà strada tra la sede
della DC e vicino alla sede del PCI. Questi i fatti crudi, senza interpretazioni. Senza appelli….
Per chi volesse approfondire la vicenda che, ancora oggi è e resta una ferita
nell’onore e nella vita politica di uno Stato dilaniato in quegli anni bui, detti
anni di piombo, in cui è ormai assodato l’intervento della Gladio e dei vari
attori stranieri, si rimanda al bellissimo film di Renzo Martinelli ‘Piazza
delle cinque Lune’ e al documentario di Ezio Mauro ‘Il Condannato’
trasmesso da Rai 3 il 16 marzo.
Mi limito a dire due cose:
1. Aldo Moro è Stato sacrificato ad una ragione di stato che ci ha impedito di sperimentare una
democrazia attiva e che probabilmente ha messo sempre paura,
2. né la Russia comunista né gli Stati Uniti vedevano di buon occhio l’accordo fatto da Moro e
Berlinguer, a tal proposito quest’ultimo era visto come un pericolo dal mondo sovietico per
la sua palese avversione a ogni tipo di dittatura.
Nessuno saprà mai come sarebbe stato il nostro tempo se la questione morale politica si fosse sposata
con un nuovo corso economico e sociale ispirato dalle due figure politiche guida dei maggiori partiti
di quel tempo. Certo è che sarebbe stata una rivoluzione civile e culturale scaturita dalle urne e non
dai coltelli o fucili. Sarebbe stata … democrazia. E mi permetto di sottolineare che avremmo dato a
tutto il mondo lezione di democrazia. Il popolo italiano sempre bistrattato e deriso sa essere grande.
…ma ci sono equilibri e ragioni di stato che non si possono discutere.
In un passo del film di Martinelli c’è una frase che spiega il
tempo passato molto bene: ‘’Il rapimento di Moro è stato
deciso a Yalta’’. Torniamo a Maria Fida. Barbara Balzerani era
la compagna di Moretti, uno degli ideatori del rapimento. Ha
dichiarato con insofferenza che il quarantennale dell’evento ha
comunque prodotto morte e dolore. La figlia di Moro ha
reagito con compostezza e signorilità, con cui pochi hanno
dimestichezza, affermando che chi ha causato tanta sofferenza
non ha diritto di essere ‘’stufa’’ dalle conseguenze di ciò che
hanno fatto. Io voglio solo manifestare la mia ammirazione e
la mia vicinanza ad una donna, una famiglia che, insieme alle
altre, quelle dei membri della scorta, hanno subito la lama del
dolore che ha cambiato loro la vita per sempre. La vicenda ha
colpito tutti in qualche modo. Anche noi, inermi spettatori di
un teatrino tragico che ci ha legato in un destino condotto da
altri, in nome di dubbi principi, per scopi che il divenire
politico dei nostri tempi ha reso sempre più noti. Forse la
dignità non è appannaggio di tutti, ma il buon senso dovrebbe
esserlo. E in questi casi la riflessione potrebbe essere una buona pratica da seguire per chi ha seguito
un ideale confutato dalla Storia, non studiata mai abbastanza. Concludo auspicando che nelle scuole
si possa approfondire quel momento storico e che possa insegnare alle nuove generazioni una strada
differente per perseguire il progresso culturale, politico e sociale di cui il nostro tempo ha tanto
bisogno.
Mariantonietta Valzano
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