Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 6

Procedendo nelle sale successive non manca l’estrema cura del dettaglio, notando anche la presenza di opere d’arte di vari artisti locali dell’epoca. Un’atmosfera unica, che, provando a descriverla, modifica lo scorrere delle lancette, dandoci un’illusione della dilatazione del tempo; durante tutta la visita, ogni strumento musicale colpisce in modi diversi l’attenzione, a partire dalla forma, dalla sua storia, dalla sua unicità, fino al suo timbro. Ogni stanza nascondeva, al suo interno, un piccolo tesoro, talvolta corredato da un segreto, che andava scoperto di volta in volta. Una prima visita non bastava, così durante la seconda, ecco ripetersi quella catena di sensazioni uniche che non perdevano d’intensità. Grazie a Francesco, pareva di essere “in una sorta di arca di Noè, nel quale erano conservati un esemplare per ogni tipo”, citando le sue stesse parole. Dopo la terza visita, c’erano ancora dei dettagli nuovi, che non conoscevamo: la casa museo era un testimone culturale che, grazie a Francesco, prendeva vita ogni volta, giungendo alla nostra sensibilità e stupendola, come fosse la prima volta. Bisogna fare attenzione quando si entra nella casa museo Spada, dato che, una volta entrati, si rischia di non volerne più uscire, pur di scoprire nuovi strumenti o nuove storie, raccontate meravigliosamente da Francesco. Francesco, come nasce la casa museo Spada prima di questa sede? Allora la casa museo nasce, come per tutti gli accumulatori, nella propria casa. Io ho cominciato ad acquistare degli strumenti musicali che mi piacevano trovandoli nei mercatini, in giro per l’Italia, antiquari o altro e li acquistavo, li tenevo in casa; quando poi hanno raggiunto un certo numero, ha cominciato a diventare una vera e propria collezione, quindi ho cominciato a studiarli uno per uno per poi catalogarli e classificarli. E poi nasce l’esigenza anche di creare una casa-museo, ovvero uno spazio che sia contemporaneamente casa privata ed esposizione: le persone che vengono a vedere la collezione sono gli ospiti di questa casa, vengono accolti, prendono il caffè, mangiano qui. Questo a Montemesola non era possibile per le dimensioni di casa mia: era oramai impossibile ospitare in maniera accettabile la collezione, per questo ci fu l’idea di portarla a Lecce nel 2016 in una struttura che era una vecchia fabbrica di scarpe, la Fratelli Gidiuli, che si prestava benissimo a essere una sede espositiva. 6