Fotografa Gaia Franciosi
Modella Caterina Cavallini
i loro corpi, ma ho comunque sentito la necessità di
farlo anche attraverso me stessa e la gestione del
mio stesso corpo che, più di qualunque altro, può
esprimere una mia emozione e il mio vissuto.
Diciamo che iniziò tutto per gioco 2-3 anni fa, ma da
allora non sono più riuscita ad abbandonare il mio
progetto di autoscatti senza volto, che hanno
comunque subito nel tempo una evoluzione.
Inizialmente infatti ho cercato di ricreare in studio,
attraverso la tecnica strobist, la statuarietà del
corpo ispirandomi a pose plastiche e i miei
autoscatti erano solo in bianco e nero. Poi la mia
visione è divenuta unicamente a colori e ho sentito
il bisogno di "spostare" il mio corpo in esterna
utilizzando la luce naturale, che è quella che
preferisco e che più mi rappresenta. Così ho iniziato
a sviluppare progetti di Self-portraits in cui cerco
tuttora di esprimere con pathos il mio vissuto o i
miei drammi o le mie paure o la mia immensa
gratitudine alla vita e alla natura. Tra i miei ultimi
lavori a cui sono particolarmente legata rientra il
progetto di Self-portraits con mio marito (ispirati
alla scultura nella storia classica) che è sempre
stato il mio più grande sostenitore.
Come organizzi gli autoscatti, dal concept alla postproduzione?
Non ho un rigore logico in cui organizzo i miei
autoscatti, come tutte le persone più creative che
tecniche. Come ho già detto, l'idea di fondo è sempre il
mio corpo senza volto: poi di volta in volta la genesi è
diversa. Ci sono volte in cui penso e studio a tavolino
determinate pose da inserire in un ambiente che mi ha
colpita, oppure cerco successivamente l'ambiente
adeguato per esprimere una determinata emozione.
Altre volte, come nei miei ultimi autoscatti, ho
improvvisato. Ero in Grecia in vacanza con la mia
famiglia e girando ho trovato luoghi che mi hanno
profondamente colpita. Il giorno successivo sono
andata e ho scattato di pancia. Normalmente utilizzo il
telecomando; altre volte i 10 secondi di autoscatto.
Non c'è mai una regola. L'ispirazione e il cuore mi
guidano sempre.
Notiamo una preferenza per i toni freddi. Perché?
Non è facile spiegare la preferenza per un determinato
colore e allo stesso tempo è difficile spiegare il perché
prediligo i toni freddi. Nella vita reale amo il verde e il
giallo. In fotografia amo il blu e il cyano perché si
RIMLIGHT Models & Photographers Magazine n. 9/2016 - 33