Rassegna Stampa 4-48 PSYCHOSIS di S- KANE(ARVIGO CALVANI)doc07-03-2014-2.pdf Apr. 2014 | Page 61

ELENA ARVIGO, DALLA TV ALLA PROVA DI PSYCHOSIS “Torno alle mie radici, canto senza speranza al confine”. Sarah Kane nella sua ultima lettera prima del suicidio ( nel 1999 a 28 anni) scrive con tutta l’onesta che ha nelle viscere “4:48 Psychosis” il suo testo cult, “una lirica cruda, che urla la diversità, l’assenza, un dolore che nessun medico può guarire”. Un monologo tenero e violento interpretato da Elena Arvigo ( 35 anni) chiamata ad inauguare la stagione del Teatro Libero. Una prova d’attrice importante per chi come lei è passata da registi impegnati come Valerio Binasco ai set televisivi de “La Piovra”. “ Mi ha ridato il senso e la responsabilità del fare teatro” , dichiara. La stessa che Sarah Kane viveva con la sua scrittura :” la funzione del teatro è quella di far sperimentare la tragedia attraverso l’arte”. Credo che la gente e il nostro futuro possano cambiare, è per questo che scrivo ciò che che scrivo”. Un teatro della speranza dunque, firmato da una donna che soffre la stanchezza del vivere. “Nessuna poetessa maledetta o tanto meno folle”, dice l’attrice, sola sul palco-cantina del suo sentire tra qualche sedia e pochi oggetti. Una sorta di tunnel che ricorda “Alice nel Paese delle meraviglie” o meglio “ Alice underground”. Un monologo che parla di indentità e rifiuto, amatissimo dalle donne, “i maschi invece lo temono”, afferma Elena Arvigo, “forse perché mostra il lato più segreto e ossessivo dell’universo femminile”. Ma a che cosa si riferisce quel 4:48 del titolo? “ è l’ora dei suicidi secondo le statistiche, quelle in cui la stanchezza della notte insonne si fa sentire mentre l’ansia di affrontare una nuova giornata è in arrivo.” Livia Grossi 14 settembre 2012