Storie di grande passione. Piloti dei quali si parla meno, ma che sono importanti
per il Challenge Raceday, per le gare che ne fanno parte e per i rally
Michele Pianosi
Record di precocità
L’estroverso marchigiano, da tempo voleva
iscriversi al Challenge Raceday e finalmente
in questa stagione ci è riuscito.
- Come è nata la tua passione per i rally e
quando hai iniziato a correre?
“Mamma e papà correvano, credo che la passione per i motori sia nata con me. Già a due
anni dovevano stare attenti a lasciarmi in
auto con le chiavi attaccate al quadro perché
in piedi sul sedile, aggrappato al volante, mettevo in moto per sentire il rumore del motore.
Ho iniziato a correre come navigatore del mio
migliore amico nel Campionato Italiano Tout
Terrain con un Mitsubishi Pajero nel lontano
1995, poco dopo aver preso la patente di
guida. A parte una pausa di un anno, che mi
è servita per passare ai rally, non ho mai
smesso”.
- Che tipi di gare e di fondo preferisci?
“Avendo cominciato a correre su fondi sterrati
preferisco di gran lunga i fondi a bassa aderenza, quindi terra e neve. I rally su asfalto
sono decisamente più numerosi e meno costosi, e allora ho optato per correre con vetture che la strada la tengono poco, solo auto
a due ruote motrici!”
- Perché la decisione di iscriverti a Raceday?
“Fino a settembre del 2013 la mia auto da
rally era una vecchia Bmw 320is, non omologata per correre in Italia, correvo solo nelle
competizioni organizzate a San Marino. Per
correre su terra c'era solo il Tuscan e, un
tempo, il Montefeltro. Speravo di trovare una
vettura per poter correre nel Challenge Raceday...che spettacolo! L'anno scorso grazie a
un caro amico che mi ha regalato una BMW
M3 finalmente sono riuscito ad iscrivermi”.
- Un avvenimento particolare che ti è capitato in gara?
“Tanti sono gli aneddoti in 20 anni di corse.
Tralasciando quelli poco fortunati, sicuramente quello che mi ha emozionato di più è
stato arrivare al CO della seconda prova spettacolo del Rallylegend ed essere letteralmente accerchiato dal pubblico che voleva
congratularsi e far foto con me perché li avevo
fatti divertire guidando veloce, ma di traverso.
Non mi era mai successo, mi sono commosso. Poi quanto successo alla Ronde Valtiberina il mese scorso. Voglio ringraziare
Marco Baldazzi e l’equipaggio Succi-Guzzi che
ci hanno aiutato a tirar fuori l'auto da un fossetto e a cambiare la gomma. Hanno rischiato di far tardi al controllo orario pur di
farci ripartire. Gesto molto sportivo, assolutamente non dovuto e che ti fa sentire parte di
una grande famiglia di ‘pazzi malati di corse’".
- Quante gare hai disputato sino ad ora e
quale ti ha dato maggiori soddisfazioni?
“In auto ci sto tutti i fine settimana, tengo
corsi di guida sportiva con le Ford Mustang e
le Bmw M3 e mi diverto a fare gli spettacoli
di Scuola di Polizia a Mirabilandia. Però correre ha tutto un altro sapore. Ho disputato un
centinaio di rally e tre Campionati Italiani Drifting, vincendo anche il mini trofeo Seletron.
La vera passione però sono i rally, molto più
veloci delle gare fuoristrada e l'adrenalina che
ti da il cronometro è unica. La massima soddisfazione è arrivare sul palco e sapere di
aver dato tutto quello che potevi e, a volte,
anche di più”.
- La gara Raceday che ti piace maggiormente e perché?
“Non ho disputato tutte le gare di Raceday.
Alla Ronde della Val D'Orcia sono stato sfortunato, già dai primi metri la vettura andava a
3 cilindri, la PS però mi piaceva tantissimo.
Della Città di Arezzo Ronde Valtiberina ho apprezzato la lunghezza e la varietà del percorso, anche se il tratto centrale nel
sottobosco era troppo dissestato e sono
stato costretto ad alzare più volte il piede, la
vettura è poco più che una stradale, quindi
con assetto e scocca non adatti a ricevere
così tante sollecitazioni”.
- I tuoi navigatori?
“Nel 2007 il mio team manager mi chiese di
farmi navigare da sua nipote Elena appassionata di rally, che non conoscevo. Alla fine
della gara avevamo capito che l'affinità c'era
e forse anche qualche cosa di più. Siamo tornati a casa e dal giorno seguente abbiamo
fatto coppia fissa, sia in auto che nella vita.
L'anno scorso dopo 6 anni e 34 rally, in un
ottica forse di futura mamma, ha voluto provare a vedere che effetto le avrebbe fatto
stare a bordo strada, così negli ultimi rally
sono stato navigato da amici. Sto aspettando
che Eli cambi idea. Ho provato a proporre uno
scambio di sedili, visto che lei guida i kart e
le auto molto bene, finora senza successo.
So però che lei è sempre lì, questo è fondamentale per me, anche se cerco di non darlo
a vedere!”.
Pianosi – Darderi (BMW M3)
7