Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 83

che fìa creduto figlio del demonio... che pietosi apo lui stati saranno Mario, Silla, Neron, Caio e Antonio "( O. F., III, 33). Il temutissimo signore di Verona, Vicenza, Padova e della Marca Trevigiana, pluriscomunicato genero di Federico II al quale aveva sempre salvaguardato i collegamenti tra Italia e Germania con le sue soldatesche, intuì che quella era l ' occasione ideale per impadronirsi della Lombardia. Passata l ' Adda a Vaprio il 17 settembre 1259, assalì Monza e Trezzo, ma ebbe la sorpresa di vedersi ributtare verso Vimercate dalla resistenza disperata di quei due castelli e dalle sagaci manovre di un esercito guidato da Martino della Torre. Si ritirò allora verso Cassano per assicurarsi uno sbocco sicuro in caso di forzato ripiegamento verso le sue terre; ma proprio sulla riva sinistra dell ' Adda, alla testa del ponte, si andavano ammassando, alleati a Martino, Cremonesi, Ferraresi e altri guidati dal marchese Uberto Pallavicino e da Buoso di Dovara. Pur trovandosi circondato da tanti nemici, l ' impavido condottiero trascinò i suoi all ' assalto e stava per aver la meglio sui nemici, quando fu trafitto al piede da una balestra. Medicata alla bell ' e meglio la dolorosissima ferita, riportò i suoi all ' attaco, finché sopraffatto dal numero e colpito mortalmente alla testa fu catturato e portato prigioniero nel castello di Soncino. In quel carcere sopravvisse undici giorni: poi lui stesso si strappò le bende e morì dissanguato, rifiutando ogni soccorso materiale o spirituale che fosse. Scompariva così l ' ultimo di quei feroci feudatari di un Medioevo che ormai stava mutando fisionomia attraverso un processo di modernizzazione inarrestabile, dovuto principalmente all ' affermarsi di una borghesia intraprendente e conscia del proprio crescente potere economico e politico. Il divario tra la nobità angariatrice e improduttiva, e un popolo tutto proteso verso la scalata sociale, si andava sempre più assottigliando. Se già Federico II, per alimentare le sue incessanti iniziative di carattere militare, aveva dovuto indebitarsi coi banchieri di Toscana, a maggior ragione i Torriani prima e i Visconti poi dovettero tener conto delle risorse economiche dei privati e dei Comuni che potevano sostenerli nelle loro lotte dinastiche e di conquista. Negli ultimi decenni del secolo, a turbare la pace delle nostre terre intervennero infatti i sanguinosi scontri tra i sostenitori dei Della Torre e i partigiani dei Visconti. In un primo tempo, i Visconti ebbero il sopravvento per merito dell ' Arcivescovo Ottone, che, la notte tra il 20 e il 21 gennaio 1277, sorprese i nemici a Desio e li sconfisse, diventando così anche " Signore perpetuo del Popolo di Milano ". Ma non tutti i Torriani erano stati distrutti. I superstiti della sconfitta famiglia-Raimondo patriarca di Aquileia, Cassone, Gotifredo, Salvino, Avone- con l ' aiuto di Cremona e di Parma, continuarono la lotta concentrandosi nella Gera d ' Adda. Da qui, nell ' autunno del 1278 mossero minacciosi verso Gorgonzola. Ottone, vista l ' esitazione del podestà di Milano che si era attestato a Melzo e non accennava a muovere le sue truppe, venne in persona con un grosso rinforzo a Gorgonzola e prese possesso del paese. I Torriani però, agendo di sorpresa, attaccarono e fecero a pezzi le schiere dell ' audace Arcivescovo( la notte del 25 ottobre 1278 gli dovette esser difficile da dimenticare, perché mentre i Torriani facevano strage dei suoi uomini, egli, rifugiatosi fortunosamente in cima al campanile " udì risonarsi all ' orecchio l ' incessante percuotere delle armi, il fragoroso crollare degli edifizj, e più estesamente misurò coll ' occhio, al bagliore delle fiamme, la rovina del borgo e de ' suoi. Notte veramente orribile, massime per chi, alla guisa di Ottone, ebbe a contemplarla dall ' alto, sospeso fra cielo e terra, immobile spettatore!"-Muoni, op. cit. pag. 81- Ma gli andò bene, perché nessuno ebbe il sospetto che l ' alto dignitario avesse trovato rifugio in un posto così...