Pubblicazioni e documenti Destin Baloss ! | Page 38

Per progettare le scene di El Nost Milan Damiani parte da dati di realtà, da luoghi concreti di Milano che egli visita e ferma in schizzi che diventeranno materia viva trasfigurata in teatro. Il parco del Tivoli, con il carrozzone del circo e tutta la baraonda di meraviglie ed orrori, la donna cannone, l’antropofago del Niam Niam sono incorniciati dalle lesene in mattoncini rossi in boccascena, elemento ricorrente dell’edilizia popolare milanese. Nella scena delle cucine economiche, la mensa dei poveri dove il cibo viene distribuito gratuitamente, Damiani riporta fedelmente la scritta che legge sulle pareti della mensa che visita, ma si diverte poi a tracciare a vista, sulle pareti, i percorsi dei tubi dell’acqua. Il risultato è quello di linee che compongono la campitura formale di un quadro astratto. Se analizziamo l’immagine dei dormitori, resi in tutta la loro crudezza, vedia- mo l’atrio, sul fondo la porta della camerata, sulla sinistra si aprono i bagni dove si intravedono i grandi acquai, e sulla destra l’innalzamento della parete che ferma lo sguardo. Come per le cucine, anche qui il quadro si chiude alla destra di chi guarda ed apre a sinistra, e l’effetto è la maggior inclusione dello spettatore, il coinvolgimento dell’immaginazione del pubblico. Se, infine, si osservano il bozzetto e la foto, si noterà che non vi è differenza; ciò che Damiani ha precisamente disegnato è stato precisamente realizzato: il disegno bidimensionale porge anticipatamente la stessa visione della scena tridimensionale. ANNA 36 E C A R LA C E R A V OLO Locandina “El nost Milan” (Archivio Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa) 37