traduce in un piano progettuale, le idee si traducono in azioni formative pianificate
e realizzate, per l’attuazione di una vera e propria politica scolastica d’Istituto.
Sin dalla formulazione del D.P.R. n. 275/1999, appaiono ben 4 livelli di
intervento: la progettazione curriculare; la progettazione extracurricolare; la
progettazione educativa, finalizzata al conseguimento degli obiettivi educativi; la
progettazione organizzativa, riguardante la gestione dei tempi, degli spazi, delle
risorse umane e materiali dell’istituzione scolastica. L’allargamento della portata
fino alla dimensione organizzativa rende evidente il venir meno della centralità dei
programmi e del solo insegnamento, che lasciano spazio a scelte di contesto che
chiamano in causa, per la loro elaborazione, l’intera comunità scolastica. Il livello di
pianificazione organizzativa rende, anzi, concretamente possibili tutti gli altri,
poiché rappresenta il mezzo che consente la gestione e l’organizzazione della
complessità e che traduce le istanze in obiettivi concretamente perseguibili.
Questi alcuni dei paradigmi dai quali dare avvio alla presente descrizione
degli intenti educativi e culturali dell’IIS “Pizzini-Pisani” nei confronti degli
studenti, delle studentesse e della comunità; la nostra pianificazione è volta a
sottrarre l’agire all’improvvisazione conferendo intenzionalità educativa ad ogni
attività, ma intende anche sostituire l’autoreferenzialità della programmazione
didattica del singolo docente con la collegialità della progettazione che chiama in
causa molteplici componenti – risorse umane, tempi, spazi, contesto esterno – e
che, pur pianificando, non prefissa sulla base di modelli di apprendimento astratti,
ma contempla la complessità dei sistemi di relazioni e dei bisogni formativi di allievi
che, offrono una pluralità di ritmi e stili di apprendimento, stadi evolutivi, con
istanze di flessibilità e personalizzazione.
D’altronde la stessa ragione di essere di ogni istituzione scolastica è quella di
tendere ad una precisa destinazione di scopo, rappresentata dal successo formativo
di ogni allievo e non dalla selezione; siamo perfettamente consapevoli che tutto
l’agire di una scuola deve porre in essere le condizioni perché ciò accada, e la
stessa autonomia scolastica delle scuole, per quanto finalmente potenziata, è
comunque funzionale a questo unico fine che diventa pertanto principio ordinatore,
la mission attorno alla quale far convergere una gestione unitaria.
M. Curti
Vision
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