Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 40

Krakatoa dipinse di rosso pompeiano i siderali nembi norvegesi. Si sa, l‟iconografia ha immagini ricorrenti, ma non fisse: e ogni volta lo scarto temporale sembra produrre altrettanti scarti ambientali. La scultura, classica e monumentale, le trattiene, ma rovina sotto il peso della storia. Quella che resiste, è meta-fisica. Emerge una scena fatta di immagini, ma illusorie; le proietta una pellicola pittorica, in maglie psichedeliche. Ecco l‟hic et nunc della tragedia, sempre qui, davanti a noi, che ora, in quest‟eterno presente, si trasforma in umana commedia. E quando scopriamo il velo di Maya, questa volta è un tessuto di tulle. Torna il gioco delle parti, dove le parole prendono campo, i gesti prendono voce, sempre reciproci, sempre uguali a se stessi, o al proprio gemello. Non poteva essere che così, per l‟arte che ha come patroni i Dioscuri. Patroni che si trasformano nelle immaginette sacre accampate sul muro sgretolato di un angolo di paradiso, al sole di Napoli. Ma si sa, la storia partenopea è un lungo filo sottile; un filo a volte teso tra colonne di marmo, altre volte con tanti panni appesi ad asciugare. Ed ecco lo stile pompeiano si trasforma, attraverso lo specchio magico del Kitsch – dove, come insegna Kundera, regna la dittatura del cuore – in un caleidoscopio che infrange la realtà in frammenti sempre più ridondanti di un leitmotiv onnipresente. Il codice dello sguardo è ora sbarrato, ha un Tracollo. Ma arriva Livietta a sostenerlo. Non ci resta che il Kitsch, e forse sarà comprenderne la bellezza che ci salverà... 38