Pur in presenza di sintomi eloquenti, non sempre il
fenomeno è spiegabile unicamente in termini di umidità di
risalita: possono esserci, come concause, altri fenomeni di
umidità che si sommano alla risalita.
In casi particolari di dubbio, si consiglia di far eseguire
un’analisi preliminare da parte di tecnici esperti che siano
in grado di scartare altre cause di umidità o di fornire dei
consigli su come risolverli con specifici interventi mirati. Può
essersi verificata, per esempio, la rottura di una tubazione
idraulica, o magari si è determinata un’infiltrazione di acqua
laterale esterna, o si tratta di quelle umidità di pressione
(da falda o da pendio) che sono abbastanza frequenti in
particolari situazioni abitative.
che si stabilisce fra le molecole (solide) dei muri e le
molecole (liquide) dell’acqua presente nel sottosuolo; e
che sia questa maggiore attrazione a spingere le molecole
dell’acqua verso il materiale solido.
L’argomento sembra convincente ma, in realtà, può dar
conto di un flusso modesto di risalita, dell’ordine di qualche
centimetro, mentre chiunque ne sia vittima sa benissimo
che l’umidità di risalita invade i muri in altezza per parecchie
decine di centimetri, e anche per metri.
Poi, però, ci sono le spiegazioni false o insufficienti. Una,
piuttosto frequente, è che il fenomeno sia legato a un
processo naturale di usura della muratura o dell’intonaco,
magari molto vecchi, e che si tratti solo di sostituirli. L’ipotesi
non regge all’analisi se si pensa che i problemi legati alla
risalita dell’umidità si riscontrano anche in edifici nuovi ove
manchi una corretta posa delle impermeabilizzazioni o se
l’isolamento è stato danneggiato.
Tra le spiegazioni insufficienti, quella che va per la maggiore
è che l’umidità di risalita sia sostanzialmente legata al
fenomeno della cosiddetta “capillarità”.
I sostenitori di quest’ipotesi ritengono che la forza che tiene
insieme le molecole dell’acqua sia inferiore all’attrazione
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INDAGINI PRELIMINARI E SPIEGAZIONI INSUFFICIENTI