PLAST Giugno/Luglio 2025 | Page 30

ECONOMIA [ INCHIESTA ] prodotti petrolchimici. Otto dei 20 maggiori richiedenti brevetti hanno base in Europa e tra questi anche due player che si dedicano esclusivamente al riciclo delle plastiche, la tedesca Erema e la francese Carbios. Le industrie più attive nel campo del riciclo dei rifiuti plastici registrano un lungo e consolidato percorso di innovazioni brevettate nella chemiolisi e nella lavorazione meccanica. Metodi avanzati come pirolisi e depolimerizzazione si osservano solo in alcuni sottogruppi, con modelli di specializzazione: Eastman risulta particolarmente forte nella pirolisi, mentre Basf e Carbios sono forti nella depolimerizzazione. Nelle richieste di brevetto tra i top 20 che operano nel riciclo post-consumo prevalgono automotive, imballaggio ed elettronica.

nel recupero. L’ industria chimica e l’ industria degli pneumatici coprono da soli 12 dei top 20 richiedenti brevetto, con Eastman, BASF, Sabic, Borealis, Dow, DuPont, Bayer, Arkema, Nan Ya Plastics per la chimica e Michelin, Bridgestone, Goodyear per gli pneumatici. In questa lista dei primi 20 compare anche il centro di ricerca francese IFP Energies Nouvelles che si concentra sui
Start-up e università Lo strumento EPO Deep Tech Finder offre una panoramica completa sul contributo dato da start-up e università a livello europeo. In totale, 82 start-up da 16 dei 39 stati europei membri della European Patent Convention hanno depositato 215 richieste di brevetto nel settore della gestione dei rifiuti plastici tra il 2010 e il 2023. A queste si aggiungono 63 università europee che hanno contribuito con 91 applicazioni di brevetto europeo. Sia le start-up che le università si focalizzano maggiormente sulle tecnologie di riciclo piuttosto che sul recupero e registrano una rapida accelerazione dopo il 2015. Un’ analisi delle tecnologie su cui queste due realtà lavorano, mostra che dal 2010 le applicazioni di brevetto più rappresentate riguardano metodi avanzati di riciclo dei rifiuti in plastica, come chemiolisi, pirolisi, depolimerizzazione enzimatica, accanto alla lavorazione meccanica del rifiuto e al recupero della plastica mediante dissoluzione selettiva. Dal punto di vista della distribuzione geografica delle domande di brevetto, si nota che il numero maggiore di start-up richiedenti arriva dalla Gran Bretagna( 18), seguita da Francia( 11), Germania( 9), Svezia( 8) e Italia e Paesi Bassi con entrambe 6 start-up. Francia e Germania dominano invece le domande da parte delle università, con rispettivamente 14 e 11 enti universitari rappresentati.
Potenzialità per il futuro In generale si può dire che nonostante start-up e università in Europa non abbiano ancora raggiunto un ruolo di primo piano, vi si stanno comunque avvicinando rapidamente e svelano forti potenzialità per il futuro, anche in tecnologie meno esplorate e per nicchie ancora poco considerate che potrebbero fare la differenza nella gestione dei rifiuti in plastica. Lo spostamento verso un’ economia circolare richiede ulteriori specializzazioni e miglioramenti in termini di tecnologie e questo vale anche per le imprese. Emerge comunque nell’ insieme, a livello globale, un paesaggio industriale dinamico, con l’ Europa che può giocare un ruolo fondamentale in soluzioni avanzate per la gestione dei rifiuti plastici.
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