PLAST Agosto/Settembre 2025 | Page 13

EDITORIALE di Paolo Spinelli( paolo. spinelli @ dbinformation. it)

Il 2025 segna un momento di passaggio per l’ industria europea delle materie plastiche. Sotto la spinta di normative sempre più ambiziose, dal Green Deal al regolamento PPWR sugli imballaggi, il settore sta riorganizzando la propria infrastruttura industriale. Il risultato? Una nuova geografia degli impianti, con investimenti che puntano dritti su tecnologie di riciclo all’ avanguardia, maggiore digitalizzazione e una filiera più circolare. Al centro della trasformazione c’ è il riciclo chimico. Dopo anni di sperimentazione, è arrivato il momento della scala industriale. La Francia gioca un ruolo da protagonista, con impianti firmati Eastman, Loop Industries e Carbios per il recupero avanzato del PET. L’ Ungheria non è da meno: a Tiszaújváros è in costruzione un impianto basato su pirolisi elettrica da 40.000 tonnellate annue. Intanto, nel Regno Unito, Quantafuel realizza una struttura capace di trattare 100.000 tonnellate di plastiche miste, mentre il Belgio ospiterà uno dei progetti più ambiziosi: Vioneo, un impianto da 300.000 tonnellate per produrre nuove plastiche a partire da metanolo verde e idrogeno. Secondo PlasticsEurope, gli investimenti europei nel riciclo chimico supereranno i 2,6 miliardi di euro entro la fine dell’ anno, con una capacità produttiva attesa di 1,2 milioni di tonnellate di plastica riciclata. È un cambio di paradigma: non più solo gestione dei rifiuti, ma recupero di valore. Accanto al chimico, il riciclo meccanico continua a svolgere un ruolo fondamentale. Con oltre 730 impianti attivi e una capacità complessiva che supera gli 11 milioni di tonnellate, l’ Europa dispone di una rete capillare. Tuttavia, il settore sta attraversando una fase di assestamento: l’ eccesso di offerta di plastica vergine e le incertezze economiche hanno rallentato la crescita. Per restare competitivo, il comparto sta puntando su qualità e tecnologia. Algoritmi di intelligenza artificiale e sistemi di visione avanzati migliorano la selezione dei materiali, mentre l’ automazione aumenta l’ efficienza operativa. Anche gli impianti di trasformazione in Europa si stanno evolvendo, pur non mancando chiusure e cessione da parte di gruppi internazionali. L’ efficienza energetica, la digitalizzazione dei processi, il controllo da remoto e la manutenzione predittiva stanno diventando standard. La“ nuova fabbrica della plastica” non è più solo un sogno: è già in costruzione, più smart, più pulita e più integrata nella logica dell’ economia circolare. Il 2025 è dunque un anno di passaggio. Gli impianti che oggi si progettano o si costruiscono definiranno il volto della plastica europea per il prossimo decennio. Una plastica che vuole essere sostenibile, tracciabile e, soprattutto, pronta per il futuro.

L’ Europa della plastica ridisegna i suoi impianti

NUOVE TECNOLOGIE, RICICLO CHIMICO SU SCALA INDUSTRIALE E DIGITALIZZAZIONE STANNO CAMBIANDO
IL VOLTO DELLA PRODUZIONE PLASTICA
NEL CONTINENTE. UN’ EVOLUZIONE
GUIDATA DA NORMATIVE STRINGENTI
E INVESTIMENTI STRATEGICI.
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