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Il finanziamento pubblico ai partiti non è stato abolito | Perotti
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La notizia dell’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti è falsa. Con questa legge i partiti
costeranno al contribuente da 30 a 60 milioni, poco meno di quanto costano ora.
(Questo articolo è stato modificato alle ore 21:30 di sabato 14 dicembre 2013, un’ora dopo la prima
pubblicazione. La modifica riflette un’ incertezza nell’ interpretazione della legge. Questa nuova versione
assume che il decreto legge – che al momento di scrivere questo articolo non è disponibile su alcun sito
ufficiale – abolisca il cofinanziamento del 50 percento delle elargizioni ai partiti. La versione precedente
assumeva che il cofinanziamento sia ancora presente, e portava a una stima dei costi pià alta).
GLI ANNUNCI DEL GOVERNO SONO UNA COSA LA REALTA’ UN’ALTRA
Il governo ha annunciato che il finanziamento ai partiti sarà abolito interamente a partire dal 2017. La
realtà è ben diversa: i partiti continueranno a pesare sul contribuente, da 30 milioni a 60 milioni, poco
meno di quanto costano ora. Il motivo è nascosto tra le pieghe della legge approvata dalla Camera il 18
ottobre e riproposta nel decreto legge del governo del 13 dicembre.
Con la legislazione vigente, i partiti avevano diritto a un massimo di 91 milioni di euro all’ anno: 63,7
milioni come rimborso spese elettorali, e 27,3 milioni come cofinanziamento per quote associative ed
erogazioni liberali ricevute. Inoltre, il 26 percento delle erogazioni liberali ai partiti erano detraibili dall’
imposta dovuta.
LE NOVITA’ PRINCIPALI DELLA LEGGE
1) elimina i rimborsi delle spese elettorali dal 2017 (li riduce del 25 percento ogni anno fino ad arrivare
a zero nel 2017)
2) innalza dal 26 al 37 percento la detrazione per le erogazioni liberali fino a 20.000 euro (la stragrande
maggioranza)
3) consente al contribuente di destinare a un partito il 2 per mille della propria imposta.
L’ interpretazione universale è che, dal 2017, i partiti non prenderanno più un euro dallo Stato, e
dovranno sopravvivere solo con contributi privati. Questa interpretazione è falsa: vediamo perché.
QUANTO RICEVERANNO ORA I PARTITI?
La prima cosa da notare è che i soldi ricevuti dai partiti attraverso il 2 per mille non sono un regalo deciso
da privati: sono a carico di tutti i contribuenti. Il motivo è che il 2 per mille è di fatto una detrazione al
100 percento dall’ imposta dovuta. Se lo stato raccoglieva 10.000 euro in tasse per pagare sanità e
pensioni, e ora un contribuente destina 1 euro a un partito attraverso il 2 per mille, tutti i contribuenti nel
loro complesso dovranno pagare 1 euro di tasse in più per continuare a pagare pensioni e sanità.
L’ art. 12, comma 12 della legge autorizza una spesa massima per il 2 per mille ai partiti pari a 45
milioni dal 2017. E’ plausibile che venga toccato questo tetto? Gli iscritti totali ai partiti sono probabilmente
circa 2 milioni (nel 2011 gli iscritti al PdL erano 1 milione, quelli al PD mezzo milione). Non tutti gli iscritti ai
partiti pagano l’ Irpef, e non tutti sceglieranno il 2 per mille. Tuttavia, dall’ esperienza analoga dell’ 8 per
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