PARTS Novembre 2025 | Page 94

[ Le associazioni ]
stino.“ Ad esempio”, precisa Boni,“ nel Centro-Sud la domanda di usato e rigenerato è ancora più forte, benché resti una differenza fra meccanica e carrozzeria: alcune parti soggette a usura come i freni non si possono riutilizzare, ma altre mantengono funzionalità pari al nuovo e hanno già un mercato”. L’ obiettivo è chiaro, riassume Beccari:“ L’ economia circolare non riguarda solo i veicoli a fine vita, ma più in generale la sostenibilità della filiera. Per questo, quello del ricambio usato e rigenerato non è un tema marginale: riguarda consumatori, imprese e legislatori. La sfida è riconoscerne la dignità giuridica per renderlo davvero parte integrante dell’ autoriparazione indipendente”.
DIRITTO ALLA RIPARAZIONE E DATA ACT
Il diritto alla riparazione è oggi un altro fronte decisivo per l’ IAM e Adira insieme a Figiefa lo pone al centro delle proprie battaglie in vista del rinnovo della MV BER 2028. Spiega Boni:“ Tutte le nuove normative europee sull’ economia circolare, dal fine vita veicolo all’ Euro 7, possono avere un impatto diretto sul settore. Se le disposizioni sull’ accesso a determinati componenti o dati venissero interpretate in modo restrittivo, il rischio è che gli indipendenti vengano esclusi. Pensiamo all’ Euro 7: il monitoraggio delle emissioni durante la marcia del veicolo impone ai produttori l’ adozione di adeguate misure di cyber sicurezza,
che potrebbero impedire l’ accesso agli operatori indipendenti. Se costruttori o componentisti decidessero di bloccare queste parti, chi opera fuori dalle reti ufficiali non potrebbe più intervenire. Bisogna prevenire queste derive già nella fase di scrittura delle norme, prima che diventino legge”. Sul fine vita veicolo, Boni rimarca un punto delicatissimo:“ Il veicolo non muore quando smette di circolare, ma quando non è più riparabile. Un concetto che rischia di essere definito con eccessivo anticipo, ignorando la capacità tecnica degli indipendenti di prolungarne la vita. Oggi in Italia un terzo del parco auto ha oltre 20 anni ed è concentrato in aree geografiche e sociali specifiche, soprattutto al Centro-Sud: è proprio qui che l’ autoriparazione indipendente svolge anche una funzione sociale. Se fissiamo il cosiddetto‘ end of life’ troppo presto, rischiamo di cancellare questa realtà”. Beccari amplia il ragionamento:“ C’ è anche un altro rischio: quello della‘ irriparabilità economica’. La normativa può prevedere che un’ auto sia dichiarata non riparabile quando il costo della riparazione supera il suo valore di mercato, anche se la riparazione è tecnicamente sicura. Ma così si spinge alla rottamazione anticipata, aggravando sprechi ambientali e riducendo l’ accesso alla mobilità per chi non può permettersi un’ auto nuova”. In questo quadro entra in gioco anche il Data Act, in vigore dal 12 settembre 2025 e applicabile a tutti i prodotti connessi.“ Attenzione: non riguarda solo i dati tecnici per la riparazione”, chiarisce Boni,“ ma tutte le informazioni generate dal veicolo in marcia. In gran parte dati dell’ utente, che finiscono nelle mani del costruttore in base al consenso, spesso inconsapevole, prestato dall’ acquirente firmando il contratto d’ acquisto. Quei dati sono la vera frontiera dei servizi futuri: assicurazioni personalizzate, offerte commerciali, sistemi di mobilità su misura. Ma chi ha accesso a queste informazioni oggi? Solo le Case. L’ aftermarket indipendente ne è completamente escluso”. Il Data Act è certamente rivoluzionario perché per la prima volta regola il mercato dei dati e punta a innovazione e competitività.“ In teoria”, precisa Beccari,“ dovrebbe già garantire che i dati dei veicoli restino sotto il controllo degli automobilisti, che possono decidere di condividerli con officine o assicurazioni. Ma proprio per la specificità di questi dati, molto diversi da quelli di uno smartwatch, abbiamo sempre chiesto un Data Act dedicato all’ automotive. Senza, il rischio è che il testo generale non sia sufficiente a prevedere le peculiarità necessarie per un accesso equo”. Le linee guida specifiche per il settore automotive che accompagnano il Data Act“ orizzontale” saranno determinanti per capire se il provvedimento basterà per assicurare parità di accesso agli indipendenti o se sarà necessario un provvedimento“ ad hoc”. Ora, secondo Beccari,“ la sfida è tutta nell’ interpretazione: capire se la strada è giusta per noi indipendenti o serve ancora un testo specifico. Spesso si pensa che il lavoro di Figiefa sia solo giuridico, ma per valutare una proposta di legge servono competenze tecniche altissime, poi correlate all’ aspetto normativo. L’ obiettivo è garantire la parità concorrenziale, senza norme che escludono il nostro settore”.
94