[ I numeri dell’ automotive ]
GRAFICO 2. VENDITE DI AUTO ELETTRICHE
PER REGIONE E QUOTA DI MERCATO GLOBALE, 2024
che su quelle di produzione nazionale. C’ è da aspettarsi che, con l’ introduzione dei dazi, il divieto di fatto di importare auto cinesi e lo stop agli incentivi in favore delle auto elettriche, la produzione interna potrà crescere ulteriormente. Il declino europeo è al contrario strutturale per diversi fattori tra cui:
• Il trend negativo delle vendite di auto in occidente in Europa è più accentuato per un impoverimento generalizzato della classe media
• Le legislazioni europee che riguardano l’ utilizzo dell’ auto- e in certa parte la sua“ demonizzazione”- hanno di fatto compresso la domanda
• I costi energetici e quelli legati alla iper-regolamentazione del sistema industriale hanno favorito le delocalizzazioni
• L’ assenza di barriere all’ entrata da paesi low-cost o che praticano il dumping hanno messo fuori gioco le case auto europee sui segmenti più economici
• L’ imposizione di multe sull’ eccesso dei limiti di emissione ha tolto competitività ai produttori europei
• Il divieto di vendere motori endotermici dal 2035 ha destabilizzato il sistema, creando incertezza e- come vedremo in seguito- ha spalancato le porte alla Cina.
La crisi europea del settore automotive quindi si differenzia da quella americana perché è in gran parte sistemica e indotta volontariamente dal legislatore comunitario. Rimane il fatto che, se possiamo giudicare la crisi interna come sistemica, i volumi d’ acquisto si assesteranno sui livelli attuali e sarà molto difficile ritornare sui livelli raggiunti delle immatricolazioni del 2018. Vedremo quindi in seguito quale sarà l’ impatto sul sistema produttivo europeo di altri elementi come la scarsa competitività e quelli relativi all’ auto elettrica.
3.2 L’ ASIA
L’ Asia e più nello specifico la Cina stanno vivendo al contrario del mondo occidentale una vera e propria escalation della motorizzazione. In 50 anni la Cina è passata dalla bicicletta all’ automobile di massa, con una forza ed un impeto eccezionali. Solo nel 2000 era un mercato irrilevante che produceva poco più di 2 milioni di veicoli di scarsa qualità, mentre i neoricchi acquistavano anche per una questione di status symbol solamente auto occidentali, in gran parte importate, che oggi però sono in forte ridimensionamento. Nel 2024, la produzione si è attestata a 27,5 milioni di passenger cars e la quota export ha superato i 6 milioni di unità, rendendo così Pechino il più grande paese esportatore di auto al mondo. Un cambiamento strabiliante, che riflette sia l’ allargamento della base della classe media sia una sostanziale padronanza tecnologica e costruttiva. Circa il 50 % delle auto vendute sono“ spintaneamente” elettriche e ciò denota la forte volontà del governo di elettrificare la mobilità. Ai più sfuggono le vere motivazioni di questa scelta del governo di Pechino, che sono dovute più alla mancanza di risorse petrolifere( e quindi espongono il paese ad una dipendenza strategica esterna) che a motivi di preservazione ambientale, obiettivi invece dichiarati a parole dall’ Unione Europea. È chiaro che la crescita delle vendite di auto in Asia, India compresa, continuerà a doppia cifra man mano che le classi medie cresceranno di numero e reddito e questo pone già un rilevante tema di massa critica, che permette loro di avere a disposizione una scala di costi industriali e delle catene di approvvigionamento con una leva volume gigantesca inimmaginabile in Occidente. Gli altri continenti, Sud America e Africa, seppur molto popolosi, nel medio termine avranno una crescita moderata con una grande preponderanza di auto endotermiche, giacché le infrastrutture di ricarica delle auto a batteria sono ben lungi a poter essere implementate. Se si dovesse arrivare ad una sintesi direi quindi che si stanno delineando alcune linee guida chiare( Grafico 2): negli Stati Uniti domineranno a lungo i motori endotermici, in Cina quelli elettrici, mentre l’ Europa si sta incartando in una situazione ideologica perché, pur non possedendo le materie prime e le catene di approvvigionamento per produrre auto elettriche, ne ha imposto per legge l’ utilizzo, creando così i presupposti per una delocalizzazione accelerata delle produzioni verso Oriente.
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