PARTS Novembre 2025 | Page 54

[ I numeri dell’ automotive ]

L ' ITALIA È IL FANALINO DI CODA DI UN CARRO CHE PERÒ VIAGGIA COSÌ LENTO DA SEMBRARE FERMO: IN EUROPA LE BEV NON CRESCONO

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A frenare la vendita di auto, elettriche e non, è sicuramente il prezzo elevato: il costo medio è aumentato del 52 % rispetto al 2013 è salita di 5 punti percentuali. Ciò è dovuto sicuramente al generale senso di disorientamento generato dalla transizione energetica, dal contesto socio-economico e dalle relative normative antinquinamento, ma la motivazione principale è sicuramente da imputare al prezzo. Insomma, le auto sono troppo care: secondo i dati di Unrae e Istat il costo medio oggi è aumentato del 52 % rispetto al 2013, mentre l ' inflazione e il reddito sono saliti " soltanto ", rispettivamente, del 23 % e del 29 %. L’ automobile, in definitiva, non è più un bene accessibile a tutti, ammesso che lo sia mai stato. L’ aumento dei listini e la forte instabilità economica globale allontanano il consumatore e, di certo la possibilità di avere motori“ green”( veri o presunti che siano), sofisticati sistemi digitali o avanzati dispositivi di sicurezza e assistenza alla guida non rappresentano argomenti sufficientemente allettanti per quanti devono fare i conti con la perdita del loro potere d’ acquisto. Non a caso il 27 % degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a riconsiderare l’ acquisto di un mezzo nuovo unicamente a fronte di un consistente sconto del concessionario. Il fattore prezzo è talmente rilevante da rappresentare anche il principale motivo( 35 %) per cui sempre più consumatori scelgono un’ auto cinese, ormai alla conquista del mercato nostrano.
Anche la qualità percepita( passata dal 36 % del 2023 al 30 % dello scorso anno) non è più uno dei requisiti decisivi per cui si opta per un modello asiatico.
ORA OCCORRE UN ATTO DI CORAGGIO
Tirando le somme, appare chiaro come gli schemi siano totalmente cambiati rispetto al passato e che il settore deve fare i conti con una nuova rivoluzione industriale. Affrontare questa sfida guardando fiduciosi al futuro si può, ma l’ automotive deve ripartire da zero, o quasi, ripensando totalmente a obiettivi, economie di scala e piani industriali. Occorre rivalutare alla propria presenza geografica, rivedere la catena del valore e investire in flessibilità per restare competitivi nel medio-lungo termine. L’ Europa, in particolare, deve ridefinire con decisione e coraggio il proprio ruolo industriale. Per farlo è indispensabile attuare una strategia comune lasciando perdere i campanilismi e la tentazione di“ fare da soli”; bisogna fare squadra, insomma. Auspicando che la politica faccia la sua parte per raggiungere il traguardo di un irrinunciabile domani più“ pulito” dal punto di vista ambientale, pur senza rinunciare alla sostenibilità sociale e alla tenuta economica.