[ I trend automotive ]
TREND SUPPLY CHAIN
PROGETTUALITÀ DA IMPLEMENTARE CON RESPONSIBILITÀ PRINCIPALE ASSEGNABILE AI DISTRIBUTORI / PRODUTTORI
1. Cost to Serve esteso e adeguatamente segmentato • Mappatura costo( canale, cliente, prodotto, percorso, nodo)
• Comprensione vari driver di costo e degli impatti di planning
• Analisi di redditività e pricing ottimizzato sulla base del costo to serve reale
• Individuazione dinamica delle alternative in termini di flussi di prodotto e modalità di distribuzione
• Adattamento delle varie voci di costo alle variabilità dell’ ambiente di business
2. Strategie di Risk Management differenziate • Normative di sostenibilità e ambientali
• Nuove politiche commerciali e tariffarie
• Privacy e valori etici utilizzo AI generativa
• Mutevoli preferenze clienti finali
• Sviluppo necessità sicurezza informatica
• Sourcing etico e responsabilità sociale d’ impresa( CSR)
FIGURA 3. TREND PERCORSO PROGETTUALE 1 fino al livello 4( vedi il modello SCOR, Supply Chain Operations Reference Model). L’ utilizzo della tecnologia dei Digital Twin( Gemelli Digitali) si estenderà lungo tutta la filiera, per migliorare la visibilità sulla catena del valore e mappare in modo puntuale l’ impronta carbonica complessiva( Carbon Footprint) dei processi.
AFTERMARKET E GESTIONE DEL RISCHIO
Il modo in cui chi è sul mercato dell’ Aftermarket può rilevare la gestione del rischio è un fattore chiave. Esempio di alcune domande a cui rispondere: come prevenire adeguatamente i rischi? Come mitigare i rischi? Come comprendere quali sono gli eventi di rischio più importanti e quali rischi hanno più probabilità di verificarsi? Quali in caso di evento negativo possono avere impatti più importanti? Come in caso di evento negativo riportarsi più velocemente possibile ai target predefiniti di funzionamento? Quanto mettere in comune e condividere con partner o con attori dello stesso livello di filiera: per esempio un unico magazzino per più attori per affrontare meglio un rischio di fermo del mercato per eventi pandemici? In caso di disruption locale( rischio alluvione o temperatura sopra i limiti) meglio avere due magazzini con le stesse funzioni, allo stesso livello di filiera e con lo stesso range e disponibilità di prodotti in grado di sostituirsi nelle medesime filiali? Quali sono i rischi ed eventi e in quali fasi della filiera è opportuno definire assicurazioni specifiche adeguate a copertura dei danni dell’ evento? Come definire i contratti con i fornitori per gestire al meglio i rischi lungo la catena di fornitura del fornitore? Come realizzare nei fatti una politica di collaborazione con il fornitore? Come in caso di incendio in uno degli stabilimenti del fornitore occorre operare per gestire al meglio la situazione? Priorità sull’ utilizzo dello stock di sicurezza del posto in un magazzino aftermarket del fornitore esterno allo stabilimento? Regole di riutilizzo di linee di prodotto alternative poste in un altro sito del fornitore? Copertura della gamma aftermarket in almeno due siti produttivi del fornitore? In caso di evento negativo ricorso reattivo a fonti di fornitura alternative con utilizzo delle capacità di packaging nei siti distributivi del fornitore con stabilimento in default per la personalizzazione del prodotto? Quali flussi di informazione e cut-off times per la condivisione delle informazioni fra tutti i partner?
ESG E SCOPE 3
Le richieste di crescente attenzione e trasparenza sugli aspetti ESG( Environmental, Social & Governance) eserciteranno ancora una pressione significativa sui leader della Supply Chain, poiché la filiera rappresenta un canale chiave per soddisfare gli obiettivi organizzativi e le aspettative di riduzione delle emissioni complessive previste e considerate dallo Scope 3. Occorrerà che le organizzazioni della Supply Chain sviluppino una conoscenza e comprensione completa dell ' intera catena del valore. Dovranno essere identificati, cercati, richiesti, acquisiti e verificati i dati sui partners di filiera ai fini di una consapevolezza piena ESG, la mitigazione del rischio e la rendicontazione per garantire la conformità alle diverse normative internazionali in materia, come il CBAM( Carbon Border Adjustment Mechanism) e la CSDDD( Corporate Su-
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