A ttualità
AFTERMARKET E VEICOLI CONNESSI
Osservatorio Connected Vehicles & Mobility- © Politecnico di Milano, Dip. Ingegneria Gestionale
di 12 punti) sarebbe disposto a rinunciare alla propria vettura se i mezzi pubblici passassero più frequentemente. Di fronte alle limitazioni indette dalla Commissione Europea per il 2035 sullo stop alla vendita di auto con motore a combustione interna, molti consumatori sono ancora scettici: il 48 % non è influenzato dalla normativa e sceglie di utilizzare il più possibile la propria auto o di comprarne una a motore a combustione poco prima della deadline. Solo il 10 % vuole adeguarsi fin da subito, mentre il 34 % preferisce attendere che le vetture elettriche diventino più convenienti ed affidabili prima di prenderle in considerazione. Ben il 95 % degli acquirenti di auto elettriche o ibride è complessivamente soddisfatto( voto tra 6 e 10) dell’ acquisto, ma ancora poco più di 1 utente su 4 lo è solo parzialmente( voto 6-7). Ne emerge un cauto ottimismo, ma restano barriere da superare per rendere l’ acquisto realmente vantaggioso e privo di vincoli. Tra le principali criticità, il fattore economico è predominante e non si limita al momento dell’ acquisto: il prezzo è percepito ancora troppo elevato rispetto al reale valore del veicolo( 26 %), le spese di ricarica( 19 %) e manutenzione( 17 %) risultano superiori alle aspettative. Il 44 % degli italiani possiede una vettura con almeno una funzione smart, in linea con gli anni precedenti. Ma cresce il numero di utenti( 92 %) che utilizza regolarmente queste funzionalità nelle auto. I più utilizzati sono i sistemi di infotainment( 90 %), seguono le soluzioni per monitorare lo stato della ricarica elettrica( 83 %) e i sistemi avanzati di assistenza alla guida( ADAS, 79 %). Le auto connesse sono sempre meno percepite come invasive: il 61 %(+ 7 %) è disposto a condividere i dati di guida in cambio di servizi a valore aggiunto. In futuro, avremo vetture connesse e sempre più autonome: il 55 % utilizzerebbe auto a guida autonoma ritenendole più sicure( 47 %), affidabili( 36 %) e in grado di parcheggiarsi autonomamente( 33 %). Chi si oppone esprime preoccupazioni sulla perdita del controllo del veicolo e sulla sicurezza, preferendo ancora la guida tradizionale.
Smart Mobility in Europa e Italia
A fine 2024 sono 21( 78 %) i Paesi europei che hanno sviluppato strategie di Smart Mobility e realizzato documenti nazionali dedicati al tema, soprattutto nell’ ambito della mobilità elettrica( 70 %), della gestione del traffico( 52 %) e delle piattaforme centralizzate per la rielaborazione di dati( 37 %). In Italia, la Smart Mobility è inclusa nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e nel Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile( PSNMS), ed è oggetto di più di una Missione del Piano Nazionale di Ripresa e
La rapida diffusione di veicoli connessi, abbinata alla crescita degli elettrici, sta spingendo anche gli enti regolatori a imporre obiettivi e target rilevanti. Ad esempio, nell’ aftermarket è in corso di implementazione la norma europea che porterà alla certificazione SERMI per officine e autoriparatori: dal 1 ° febbraio 2025, anche in Italia ogni dipendente autorizzato può accedere ai dati su riparazione e manutenzione( RMI) delle Case auto con un unico certificato standard. Mentre per i veicoli commerciali pesanti dal 1 ° gennaio 2025 c’ è l’ obbligo di adottare la seconda generazione del tachigrafo digitale, la scatola nera che memorizza le informazioni relative a velocità, guasti e dati tecnici del mezzo.
Resilienza( PNRR). E il tema è centrale per i Comuni italiani: più di 4 su 5( 78 %) con popolazione superiore a 15.000 abitanti lo considerano molto rilevante o fondamentale. Al tempo stesso, si diffondono le iniziative: i Comuni che hanno avviato progetti raggiungono quota 36 % nel 2024(+ 4 % vs 2023, + 18 % vs 2022) e più di 3 Comuni su 5( 65 %) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2022-24. Le più consolidate sono le applicazioni di mobilità elettrica( 70 %), sharing mobility( 57 %) e gestione del traffico( 49 %), con iniziative in fase di adozione da parte delle città o già completamente integrate nella strategia complessiva di mobilità. Centrale è la capacità di valorizzare i dati raccolti: il 29 % dei Comuni italiani non utilizza i dati generati dai progetti, anche se il 25 %(+ 9 %) vuole
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