Management
Grafico 4
competitive sullo scenario economico globale , aprendo nel contempo le porte a maggiori importazioni di manufatti dai Paesi esterni all ’ area comunitaria . La capacità di avere energia disponibile e a basso costo , è il primo fondamento indispensabile per chi si voglia definire una potenza industriale : l ’ Unione minandone i presupposti sta rendendo la vita molto difficile alle imprese , che infatti delocalizzano gli impianti produttivi in aree meno penalizzate anche al suo stesso interno : è recentissimo il caso di Mittal che lascia l ’ Italia e investe in Francia dove l ’ energia nucleare ( fino a poco tempo fa sull ’ orlo di essere anch ’ essa messa al bando dalla UE ) garantisce la stabilità e la competitività energetica ( la Francia è esportatrice netta di elettricità come da grafico 3 qui sotto ).
Grafico 3
La materia energetica se non gestita in maniera equilibrata e punitiva da spinte ideologiche ambientaliste può portare ai disastrosi risultati tedeschi , dove il crollo della produzione industriale è riscontrabile nella caduta dei consumi energetici tornati ai livelli del 1978 : ci vorranno anni perché la Germania recuperi il tempo e la competitività perdute ( vedi grafico 4 in alto ). Infine , la molto discussa messa al bando delle auto endotermiche , di cui abbiamo già ampiamente parlato su questa rivista , per imporre l ’ utilizzo di vetture elettriche notoriamente dominate indiscutibilmente dalla Cina , aggiunge destabilizzazione a un comparto già in gravi difficoltà strategiche . Gli importanti numeri del settore automotive sono facilmente riscontrabili nel Box qui sotto di ACEA e non danno adito a dubbi di come la produzione di vetture sia per l ’ Europa un asse portante della propria economia .
I NUMERI DELL ’ INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA EUROPEA
• 12,9 milioni di europei lavorano nel settore automobilistico
• L ’ 8,3 % degli occupati nel settore manifatturiero europeo
• 392,2 miliardi di euro di gettito fiscale • surplus commerciale di 101,9 miliardi di euro per l ’ UE
• oltre il 7 % del PIL dell ’ UE è generato dall ’ industria automobilistica
• 59,1 miliardi di euro di spesa annua in ricerca e sviluppo ( 31 % del totale dell ’ UE )
Dati ACEA
2 . La burocrazia domina il sistema L ’ iper-regolamentazione dettata in questi anni dalla Commissione che si è addentrata in aspetti inutili e cavillosi dell ’ economia hanno intralciato il libero svolgimento delle attività imprenditoriali . Se Henry Kissinger sosteneva che l ’ evoluzione democratica aveva portato “ dalla aristocracy alla meritocracy ”, il continuo e forsennato legiferare della Commissione ha portato invece ad un regime di “ bureaucracy ” nel quale le aziende si trovano costrette a seguire leggi e regolamenti piuttosto che fare impresa , sperperando con ciò tempo e denari che invece sarebbero molto più utili se indirizzati alla ricerca e all ’ innovazione oltre che alla competitività di sistema . Abbiamo così trasformato anche per una formazione intellettuale inadeguata i manager in funzionari , frenando lo spirito principale che essi dovrebbero possedere che è quello del problem solving . All ’ interno delle aziende , abbiamo invece cresciuto una schiera di burocrati la cui unica funzione è quella di eludere i problemi , certi che con la compilazione di qualche report qualsiasi sia il risultato del loro operato sarà apprezzato . La competizione internazionale impone flessibilità , velocità d ’ azione e uomini preparati con una solida capacità di visione . Bisogna sottolineare che l ’ attitudine del burocrate ha colpito anche le istituzioni europee ingessando un sistema che se non rapidamente riformato porterà a danni irreparabili .
3 . Eccesso di tassazione L ’ eccesso di burocrazia e di tutele sociali anche ingiustificate ha fatto dell ’ Europa un continente dove la tassazione sottrae immani risorse alle aziende e ai consumi privati . In Italia siamo stati maestri a tassare qualsiasi persona fisica o giuridica indiscriminatamente , ma l ’ Unione Europea non lo è da meno . La competitività delle imprese si gioca anche sulla capacità di attrarre investimenti sotto il punto di vista fiscale . Sicuramente la libertà di movimento di merci e capitali ha reso semplice trasferire le produzioni altrove , dove il contesto legislativo e fiscale risulta meno oneroso e più competitivo .
Il mondo , che la classe politica post 1989 ha voluto globalizzato , non lascia più adito a interpretazioni ideologiche , ma soprattutto i numeri che non mentono mai non accettano soluzioni che prescindano dalla realtà . Le parole chiave per una soluzione efficace alla perdita di competitività europea sono semplificazione e deregolamentazione . L ’ anno 2024 segnerà un nuovo capitolo della storia mondiale e sarà solo un inizio di un trend che segnerà i nuovi assetti mondiali . Forse è venuto il momento di avere una classe dirigente meno ideologizzata e più attenta a salvaguardare il tessuto industriale , che è l ’ unico vero motore che l ’ Europa ha a disposizione per generare benessere e prosperità ai propri cittadini .
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