PARTS Gen 2024 | Page 80

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ad acuirsi nel futuro prossimo . Senza dubbio questa crescente instabilità ha origini lontane : da almeno un trentennio si sono compiute delle scelte incaute , frutto di una superficialità dettata da un ’ assenza di rigore politico e da uno scarso spessore intellettuale delle varie classi dirigenti che si sono succedute dopo la caduta del muro di Berlino . Il fatto di avere vinto il nemico sovietico senza sparare un colpo di cannone , pur avendo una grande valenza meritoria , ha esposto le giovani élite ai rischi di una visione irrealistica del mondo , rendendole sicure che una continua crescita economica dovuta sia alle nuove tecnologie sia all ’ allargarsi dei mercati , ma soprattutto all ’ assenza di una controparte con cui confrontarsi , fosse inarrestabile . Ora che i nodi stanno venendo tutti al pettine lo sbandamento risulta evidente , mentre sempre più si percepisce il vuoto lasciato da una classe politica e manageriale non all ’ altezza di gestire le vicende che si stanno sviluppando con una complessità sempre maggiore .
L ’ Europa non fa più la storia …
Il continente europeo che dal 1945 ha perso la sua centralità politica mondiale , in questo contesto sembra in balia degli eventi : con una guerra sulla soglia di casa e una struttura di welfare sociale che fa fatica a reggere i propri debiti , il grado di fiducia dei cittadini è in caduta libera facilmente misurabile nel tasso di natalità che sta portando l ’ Unione sull ’ orlo della decrescita demografica . È anche utile sottolineare che l ’ intero Occidente , ma in maniera più specifica l ’ Europa , in questa fase politica sta accentuando il senso di sfiducia della sua popolazione con insistenti revisionismi in senso negativo della propria storia , essendosi scordata che proprio la civiltà europea è stata invece l ’ assoluta artefice dell ’ unico modello sociale che ha dato una speranza e una dignità di vita all ’ umanità . La storia si sta quindi allontanando dal Vecchio Continente senza tuttavia lasciare ai cittadini europei un ’ alternativa credibile di sviluppo e benessere .
… ma nemmeno l ’ economia
Sebbene lo scenario nel quale l ’ economia nel dopoguerra europea ha posto le fondamenta del proprio successo sia profondamente cambiato , l ’ establishment ha fatto fatica a comprendere l ’ evoluzione degli avvenimenti perché immerso in un contesto ovattato e apparentemente privo di minacce reali . Di conseguenza , da un lato la spesa militare è stata sostanzialmente azzerata tanto che oggi senza l ’ ombrello difensivo americano saremmo prede per avvoltoi , dall ’ altro il mercato con la dissoluzione dell ’ Unione Sovietica si è improvvisamente allargato fornendo opportunità inaspettate senza tuttavia rendere consapevole la classe dirigente che le regole del gioco stavano rapidamente cambiando . Gli europei continuano a illudersi di essere la guida morale del mondo , dimenticandosi che in uno scenario globale nessun Paese può essere un punto di riferimento credibile senza essere in possesso anche di un temibile apparato militare , con la conseguenza che le comparsate diplomatiche dell ’ Unione sfociano molto spesso nel patetico . Ci siamo per esempio scordati che la sola creatività e l ’ allure dello stile fanno parte dei piaceri della vita , ma quando ci si siede ai tavoli internazionali senza un ’ industria strategica competitiva non si ha alcun peso specifico . Ci siamo anche incredibilmente convinti che avremmo potuto alimentare il nostro benessere senza acciaio ,
Grafico 2
Fonte : Facebook , Tommaso Monacelli , docente Università Bocconi
metallurgia , miniere , industria digitale e persino fonti energetiche che sono e rimarranno il pilastro fondamentale del benessere di ogni società . Con questi presupposti non c ’ è quindi da sorprendersi se il PIL europeo in 20 anni è cresciuto la metà di quello degli Stati Uniti ( e quello dell ’ Italia l ’ 80 % in meno …) ( vedi grafico 2 in basso ). Solo recentemente , forse sollecitati dalle imminenti elezioni politiche del giugno 2024 , a qualcuno a Bruxelles è venuto in mente che al di là di tutti i proclami ambientalisti e antindustriali l ’ Europa si è infilata in un grosso problema strutturale : non è più competitiva e l ’ incombente deindustrializzazione ci priverà di quella crescita economica senza la quale il debito ingigantitosi enormemente nel periodo pandemico non sarà più sostenibile soprattutto se come sembra sempre più probabile , gli europei dovranno provvedere da soli alla difesa del continente .
Alla disperata ricerca di soluzioni
Sembra incredibile ma la pletora di esperti , lobbisti , politici e professori che gravitano intorno alla Commissione Europea non è stata giudicata in grado di capire le ragioni di una così accentuata perdita di competitività . Si incarica quindi Mario Draghi perché studi il caso e dia un suo responso alla questione indicandone possibilmente anche le soluzioni . Le cause della perdita di competitività industriale del sistema europeo sono riassumibili in tre argomenti principali .
1 . Green Deal L ’ Europa è già un continente praticamente decarbonizzato ; le emissioni di CO 2 rappresentano il 7 % di quelle mondiali , mentre Stati Uniti e Cina sono rispettivamente al 15 % e al 32 % sebbene il nostro PIL sia sostanzialmente paritario a quello di Pechino . Nonostante il quadro sia molto chiaro , l ’ Europa continua incessantemente a legiferare per ridurre le emissioni ponendo vincoli e tasse ( ETS ) sulla produzione energetica e industriale , tanto da rendere le proprie aziende non più
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