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INFLAZIONE E COMPONENTISTICA
• I fornitori italiani del settore automobilistico stanno ancora affrontando difficoltà a causa degli elevati prezzi delle materie prime
• Nonostante gli sforzi per negoziare aumenti di prezzo i fornitori stanno ancora assorbendo una parte dei costi, mantenendo il costo del venduto al di sopra dei livelli storici
• I fornitori hanno cercato di compensare l’ aumento dei costi delle materie prime rafforzando il controllo su tutti i costi generali
Negli ultimi tre anni il mercato delle fusioni e delle acquisizioni è rimasto pressoché piatto, ma si prevede una ripresa favorita dalla riduzione dei tassi di interesse
delle politiche commerciali internazionali, che potrebbero vedere l’ introduzione di un maggiore protezionismo e di dazi antidumping.
Strategy &: La filiera della componentistica automotive in Italia
litio( gli ultimi due indispensabili nella fabbricazione delle batterie), considerato il petrolio del futuro. Un dato particolarmente preoccupante emerso dall’ analisi riguarda, poi, il calo degli investimenti in ricerca e sviluppo( R & D), con molte aziende costrette a ridurre in maniera consistente i budget destinati all’ innovazione per fare fronte al calo dei margini. Questo potrebbe creare un divario tecnologico con altri Paesi europei e asiatici, rendendo più difficile il passaggio in tempi relativamente brevi verso componenti innovativi per la mobilità.
I piani di sviluppo delle imprese secondo un recente studio dell’ Osservatorio sulla componentistica automotive italiana dell’ Anfia, l’ Associazione nazionale filiera automobilistica appaiono influenzati in larga misura anche dall’ instabilità del quadro economico europeo, oltre che dalle strategie delle Case automobilistiche. Permangono poi forti preoccupazioni per le tensioni geopolitiche internazionali, mentre cresce l’ attenzione per la concorrenza dei costruttori cinesi, con la possibile realizzazione di stabilimenti in Europa. Occhi puntati anche sul cambiamento di rotta
L’ aftermarket è la via d’ uscita
Per restare competitivi i fornitori italiani devono diversificare la propria offerta. Il settore aftermarket appare particolarmente promettente: le aziende che hanno un focus in questo ambito, infatti, dimostrano una maggiore redditività e più ampie prospettive grazie alla crescita e all’ invecchiamento del parco circolante, che conta 41 milioni di veicoli. L’ età media in Italia nel 2024 era di 12 anni e 7 mesi, ma i dati aggiornati dell’ ACEA parlano già di un aumento a 12 anni e 10 mesi( per fare un confronto in Francia è di 11,2 anni, in Germania di 10,3, in Belgio scende addirittura a 9,9 anni; fonte ACEA): il mercato dell’ usato, dunque, gioca un ruolo sempre più strategico per il comparto, alimentando la richiesta di componenti per i ricambi e la manutenzione. Inoltre, il settore aftermarket consente margini di profitto più elevati rispetto alla fornitura diretta agli OEM, offrendo una maggiore stabilità in un contesto di cambiamenti( anche se in questo caso sarebbe più corretto usare il termine stravolgimenti) industriali. Come abbiamo già visto anche il segmento dei veicoli pesanti offre ampie
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