Parma, la città del bon vivre October 2020 | Page 63

Musei da non perdere

Parma è una piccola città ma ricca di musei . Tra quelli civici troviamo la Pinacoteca Stuard, il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari, il Museo dell’Opera, la Casa della Musica e il Museo Casa natale Arturo Toscanini, Se avete tempo a disposizione visitateli tutti, altrimenti non perdetene due: la Pinacoteca Stuard, con all’interno capolavori dell’arte emiliana e toscana tra il 1600 e 1700 e il Museo Amedeo Bocchi, che fa parte, oggi, della Fondazione Monte Parma, con una bellissima raccolta del Novecento.

Nella centralissima Via Cavour, all’angolo con Borgo del Correggio troviamo la Pinacoteca Stuard, ospitata dal 2002, in un'ala dell'antico Monastero benedettino di San Paolo: è intitolata a Giuseppe Stuard (1790-1843), grande collezionista d’arte dell'alta borghesia di Parma. A lui si deve il primo nucleo delle raccolte artistiche del museo. Alla sua morte il ricco possidente, privo di eredi, lasciò alla congregazione dell’IRAIA (Istituti Riuniti Assistenza Invalidi ed Anziani) la sua raccolta di oltre 200 opere d'arte, soprattutto di artisti emiliani come Felice Boselli, Sisto Badalocchio, Benedetto Gennari, Lavinia Fontana, Girolamo Bedoli Mazzola e dipinti fiamminghi di Antonio Moro, Frans Pourbus, Jan Soens e Maarten de Vos della seconda metà del XVI sec. Nel 1850 tutti i dipinti di Giuseppe Stuard furono trasferiti dalla sua casa natale a Palazzo San Tiburzio, sede della Congregazione di Carità: la collezione privata confluì in quella della congregazione, che comprendeva splendidi ritratti, scene di battaglia di Francesco Monti detto il Brescianino, insieme ad alcuni bozzetti dei veneti Sebastiano Ricci e Francesco Fontebasso. Con il passare degli anni, attraverso nuove donazioni, la raccolta si arricchì di ulteriori prestigiose opere, tutte oggi visibili nel piccolo e interessante museo.

Il secondo da non perdere è il Museo Amedeo Bocchi: inaugurato nel 1999 è situato nelle sale dello storico Palazzo Sanvitale, alle spalle del Duomo. Qui sono esposti dipinti e disegni della generosa donazione, circa 300 opere, dell’artista, fatta dagli eredi alla Fondazione Monte Parma. Amedeo Bocchi (1883-1976), parmigiano, si è formato all’Accademia di Belle Arti trascorrendo gran parte della sua vita a Roma, dove si recò giovanissimo per frequentare la scuola di nudo, e dove rimase, diventando uno dei protagonisti della pittura italiana della prima metà del 1900 con uno suo stile personale in cui la luce sembra fuoriuscire dall’interno delle figure. Il mondo femminile insieme alla ritrattistica sono stati i suoi generi preferiti, oltre al mondo contadino, temi religiosi e allegorici.

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