Parma, la città del bon vivre October 2020 | Page 51

Ora dirigiamoci su Via Repubblica: iniziamo dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate. Situata sulla centralissima strada è stata fondata dai monaci di Sant’Antonio nel XV sec. Realizzata in due differenti epoche la chiesa è uno degli esempi più significativi di barocchetto italiano: al suo interno, raffinato ed elegante, troviamo una doppia volta del soffitto che crea un effetto scenografico molto suggestivo.

Pochi metri e troviamo Santa Cristina. Le sue prime notizie risalgono al XI sec. L’attuale chiesa è stata costruita a partire dal XVII sec ed è una delle opere più pregevoli di quel secolo qui a Parma: peccato che la facciata sia incompleta sia nella parte inferiore sia in quella superiore!

La Chiesa di San Vitale , sempre su Via Repubblica, risale al IX secolo ma nel XVII sec. fu demolita e ricostruita con una superficie maggiore rispetto alla precedente. All’interno c’è l’urna che conserva il corpo di San Vitale, portato da Roma nel 1648 da Gherardo III di Sissa. L’interno, in stucco, unico nel suo genere a Parma, è uno tra i più "fastosi" esempi di decorazione barocca in Emilia Romagna.

La chiesa di San Sepolcro, sempre lungo Via Repubblica fu costruita nel XIII sec su una precedente che risaliva al 1100. Il suo esterno è in stile gotico e ha subito varie modifiche. L’interno è a una sola navata con arcate gotiche e cinque cappelle per parte, più due parallele al santuario. La parte spettacolare è il suo soffitto ligneo intagliato del XVII sec. Nella sagrestia stupendi mobili dell’artigianato locale del ‘600 e ‘700.

In una traversa di Via Repubblica, nella centrale XX Luglio, incontriamo la Chiesa di San Quintino . Le sue prime notizie sono datate IX sec. L’interno si presenta con quattro cappelle per parte: la sorpresa qui è nella sagrestia dove si trova un quadro di San Paolo attribuito a Pier Antonio Bernabei.

Ora dirigiamoci oltretorrente: qui incontriamo Santa Maria del Quartiere. Il suo nome deriva in quanto eretta nei pressi del quartiere di una guarnigione militare, nel 1604, su progetto dell’architetto Gian Battista Aleotti e in seguito modificato da Giovanni Battista Magnani. A pianta esagonale al suo interno ci sono opere interessanti di artisti del XVII e XVII sec.

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