Parma, la città del bon vivre October 2020 | Page 41

I capolavori che vorrei portarmi a casa

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Devo essere sincero, la prima volta che ho visitato il Museo della Pilotta sono rimasto abbagliato da tanta "beltà" pittorica, che nulla ha da invidiare a musei altisonanti, nazionali e internazionali.

Il mio primo amore è stata la “Scapigliata” di Leonardo, il famoso da Vinci.

Parma possiede questo piccolo capolavoro dal 1839: un disegno elegante del 1508 circa, visibile a pochi cm di distanza e spesso in solitudine, al contrario di un altro dipinto famoso sempre realizzato dall'artista.

La Scapigliata apparteneva  alla raccolta privata del  pittore parmense Gaetano Callani.

Il figlio alla sua morte vendette il quadro all’Accademia di Belle Arti che lo cedette a sua volta alla Galleria Nazionale.

Un’opera a metà tra la  pittura su tavola  e lo  schizzo preparatorio. Tra tutte quelle realizzate dall’artista si coglie una raffinatezza senza precedenti propria dell’età matura di Leonardo.

La seconda opera, uno straordinario olio su tavola del 1531 circa, che vorrei vedere appesa nel mio salotto di casa è il “Ritratto di gentildonna” detto “La schiava turca” di Girolamo Francesco Maria Mazzola  alias Parmigianino, allievo del Correggio, entrambi due artisti che amo profondamente e fautori di quello che è stato definito il Rinascimento parmense.

Questo dipinto raffigura una nobildonna italiana e la ragione del suo nome risale ad una nota riportata su un inventario delle collezioni medicee a Firenze nel XVIII sec. dove il ritratto era finito.

Si rimane abbagliati dai grandi e espressivi occhi oltre al sorriso appena accennato che rappresentano bellezza e grazia ideali in quello che è uno degli apici della ritrattistica del ‘500.

Terza e ultima opera che vorrei avere in salotto, ma necessita di un grande spazio viste le dimensioni 205x141 cm, è “La Madonna di San Gerolamo” di Antonio Allegri  alias il Correggio. Nel dipinto un olio su tavola, oltre la Madonna e il Bambino, sono raffigurati San Gerolamo con il leone, Maddalena, Battista fanciullo e un angelo.

L’opera fu commissionata nel 1523 da Donna Briseide Colla, vedova Bergonzi, per la sua cappella privata nella chiesa di Sant’Antonio a Parma.

Dopo varie vicissitudini e trasferimenti solo nel 1815 con il Secondo Trattato di Parigi venne restituita a Parma dal Louvre, insieme ad altre opere.

Nella grande Pinacoteca della Pilotta c’è una sezione interamente dedicata

al grande artista Correggio, grazie al lavoro di Simone Verdi, Direttore del

Complesso Museale.

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