Panorama ItalianCanadian October, 2016 October 2016 | Page 11

La crisi spinge molti italiani ad emigrare Nel 2015 all’Anagrafe degli Italiani residenti all'estero (Aire) risultarono iscritti più di 107.529 connazionali, 6.232 in più rispetto all'anno precedente. A lasciare l’Italia sono stati soprattutto i giovani, prevalentemente di sesso maschile, tra i 18 e i 34 anni, come rilevato dal rapporto Italiani nel mondo 2016, presentato a Roma dalla Fondazione Migrantes. Laureati che dovrebbero rappresentare l'investimento per il futuro del Paese, ma che se ne vanno a causa della crisi che comporta una notevole mancanza di offerta di lavoro. Un patrimonio culturale, rappresentato dalla personale energia e preparazione, purtroppo sfruttato da altri Paesi. L’espatrio in 10 anni è aumentato del 54,9%, passando dai 3 milioni agli oltre 4,8 milioni attuali, 13.807 dei quali minorenni. Le Regioni con più partenze sono Lombardia e Veneto, cioè quelle con il maggior numero di laureati. A dimostrazione che l'Italia sta vivendo l'emorragia dei suoi migliori individui. Ovvio che, il nostro Paese abbia “una storia antica di emigrazione. Una storia di sofferenze e di speranze. Una storia di riscatto sociale, di straordinarie affermazioni personali e collettive”, come affermato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il quale ha messo in evidenza quanto siano cambiate le categorie sociali e l’età di chi espatria a causa dell’impoverimento del Paese. Certo, portano all’estero quell'immensa ricchezza culturale che gli Italiani hanno seminato nel mondo, ma, prosegue il Presidente “devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate” all’estero. Altrimenti si effettua quella “emorragia di talento e competenza” rilevata anche dalla Fondazione Migrantes (Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana) che considera “una risorsa la mobilità, purché non sia a senso unico”, altrimenti “diventa dannosa quando non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro”. La Migrantes rileva anche che la Germania è stata, nel 2015, la meta preferita di 16.568 Italiani espatriati; 16.503 hanno scelto il Regno Unito, 11.441 la Svizzera e 10.728 la Francia. Pochi coloro cerca di lavoro ma che non conoscono la nostra lingua e, a volte, neppure un mestiere. Persone che hanno abbandonato le loro terra per sfuggire alle persecuzioni, alle carestie e alla fame e che, quindi, secondo Mattarella “hanno diritto alla tutela della loro dignità”. Un che hanno scelto l’America dovere, il nostro, che comporta settentrionale e meridionale. Un però un costo notevole. Nel 2015 espatrio di Italiani che contrasta lo Stato ha speso 3,3 miliardi di con l’accoglienza di 3.931.133 euro, il 70% dei quali per immigrati, 131.721 dei quali solo alimentarli, vestirli e dar loro nel 2016. Il che comporta non denaro per le spese private. Un soltanto un esborso statale esborso, quello statale, notevolissimo e, di conseguenza, perennemente in aumento, l’aumento delle tasse, altra causa raddoppiato o triplicato rispetto per la quale i nostri cittadini agli anni precedenti e previsto di emigrano. Ma anche un 4 miliardi nel 2016. Esso è del impoverimento della cultura 40% superiore a quello vigente in nazionale, quindi la decadenza Austria che, quest’anno, ha della nostra civiltà. Un aumentato da 19 a 21 euro cambiamento che può provocare l’importo consegnato ad ogni effetti estremamente negativi, immigrato, contro i 35 dati in come successe all’Impero romano Italia. Una non lieve differenza che s’imbarbarì fino a decadere dovuta, forse, al fatto che in quando gli stranieri furono molto Austria il costo della vita è più di più dei cittadini locali. Da basso rispetto all’Italia. A ciò si un’indagine esegu ita il 6 ottobre aggiunge quella corruzione da scorso risulta che in Italia vive parte di alcuni che recentemente gente di 200 nazionalità diverse. ha spinto la Guardia di Finanza Migranti che spesso arrivano in del Centro richiedenti asilo di Vic De Zen Family pledges $10M donation to future Mackenzie Vaughan Hospital Prominent Vaughan citizen and entrepreneur Vic De Zen announced today a $10million gift pledge from his family to Mackenzie Health Foundation to help build Mackenzie Vaughan Hospital. Members of the family at the Vaughan City Hall announcement event were (from left) Colby, Sergio, Angelina, Libby, Vic, Brittany and Jeff. (CNW Group/Mackenzie Health Foundation) VAUGHAN, ON, Sept. 27, 2016 /CNW/ - Prominent Vaughan citizen and entrepreneur Vic De Zen and his family have pledged $10 million to help build and equip the future Mackenzie Vaughan Hospital – the largest donation to date from an individual to Mackenzie Health Foundation's $250-million Exceptional Care Belongs Here campaign. The main lobby at the new hospital, slated for completion in 2020, will be named the Vic De Zen Family Welcome Centre in recognition of the transformative gift pledge to Mackenzie Vaughan Hospital. "Vaughan is where my family was raised and continues to live; it's where I built successful businesses with thousands of employees who live here and in the surrounding area. We're very proud to give back to this great city and our community by helping to build the world-class hospital that Vaughan needs and deserves," Mr. De Zen said at the announcement of the gift at Vaughan City Hall today. Mackenzie Health Foundation is spearheading the multi-year Exceptional Care Belongs Here campaign – the largest fundraising drive led by a community hospital in Canada – to help build and equip the much anticipated Mackenzie Vaughan Hospital, Canada's first "smart" hospital, and to enhance care at Mackenzie Richmond Hill Hospital. I thank Mr. De Zen and his family for coming forward and I am confident that their leadership will inspire others to do the same." Mackenzie Health is honoured to recognize the profound generosity and impact of this gift by Mr. De Zen and his family by naming the main lobby at Mackenzie Vaughan Hospital the Vic De Zen Family Welcome Centre, Mackenzie Health President and CEO Altaf Stationwala said. Gradisca d’Isonzo ad incriminare 25 persone. Le ingenti risorse economiche impiegate per gestire l'immigrazione non hanno permesso di investire di più per dare un futuro certo ai nostri ragazzi. L'Italia spende per formare i laureati che poi se ne vanno. E per caritatevolmente raccogliere stranieri non ugualmente qualificati. Fattori ai quali si aggiunge il fatto che nella Penisola esiste un’elevata carenza di nascite ed un numero notevole di anziani. Se continuiamo a cedere energie fresche e qualificate ci sarà una perdita dei nostri principi vitali. E il deperimento degli Italiani. (aise) Panorama distribuito a Toronto Vaughan Mississauga Markham Niagara Falls Thorold Il DNA degli Italiani tra i più ricchi di geni del Analizzando il DNA di circa 800 individui originari di venti province d’Italia, un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha ricostruito le storie e le peculiarità racchiuse nel patrimonio genetico degli italianUn popolo di santi, poeti e navigatori, certo, ma anche uno dei più ricchi ed eterogenei dal punto di vista del patrimonio genetico, modellato dagli incontri con altre genti e dalle diverse condizioni ambientali esistenti lungo la penisola. Una storia, quella dei geni degli italiani, che è tanto variegata quanto quella della terra che abitano, arricchita dalle migrazioni e segnata dalla geografia. A sancirlo è uno studio – da poco pubblicato su Scientific Reports, rivista satellite di Nature – coordinato dal gruppo di Antropologia Molecolare e Adattamento Umano del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali (BiGeA) dell’Università di Bologna. Analizzando il DNA di circa 800 individui originari di venti province d’Italia e descrivendo i pattern di variabilità di più di 500.000 varianti genetiche distribuite lungo il loro genoma, i ricercatori sono riusciti a individuare le tracce della complessa storia demografica e di adattamento all'ambiente degli italiani. “Lo studio – spiega Marco Sazzini, ricercatore del BiGeA – ha evidenziato l’elevata eterogeneità del patrimonio genetico delle popolazioni distribuite lungo la penisola. Inoltre, sebbene i profili genetici osservati varino progressivamente seguendo un gradiente nord-sud, è stato possibile individuare gruppi omogenei di province riconducibili rispettivamente alla Sardegna, all'Italia settentrionale e a quella meridionale, al cui interno gli abitanti sono molto simili tra di loro dal punto di vista genetico ma si differenziano rispetto a quelli degli altri gruppi” Questa distribuzione geografica di variabilità genetica è legata, almeno in parte, alla complessa rete di migrazioni che sin dalla prima colonizzazione del continente ha visto l’Italia fra i punti nevralgici delle rotte migratorie dei popoli europei. In particolare, i risultati della ricerca suggeriscono che le popolazioni dell’Italia settentrionale hanno scambiato i propri geni con gruppi arrivati dall’Europa centro-orientale fino alla fine dell’Età del Bronzo e all'inizio dell’espansione dell’Impero Romano. Gli abitanti dell’Italia centrale e dell’Italia meridionale, invece, avrebbero ereditato anche componenti genetiche tipiche di Medio Oriente e Nord Africa. Un considerevole flusso migratorio da queste regioni del Mediterraneo, infatti, si sarebbe mantenuto in Italia centrale fino alle espansioni e contrazioni dell’Impero Bizantino, mentre più recente sarebbe stato l’influsso nordafricano riconducibile all'occupazione araba della Sicilia. La storia enetica degli italiani, però, non è stata influenzata solamente dalle migrazioni. Il gruppo di ricerca dell’Alma Mater, infatti, ha anche indagato i meccanismi evolutivi e di adattamento all'ambiente delle popolazioni d’Italia, scoprendo che tal i processi potrebbero aver contribuito a una loro diversa suscettibilità a determinate malattie. insieme tv Channel 10 and 63 Saturday 8:00 am Monday 5:30 pm Panorama ottobre 2016 11