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In questo sì, il Mondiale m ha cambiato,
e il premio ricevuto ha un significato
simbolico, quello di un punto di
partenza”.
Il lato ipercritico del carattere di
Monica Bonitta stesso lo conosceva
molto bene, ed è un tratto che ha
sempre accompagnato il libero azzurro,
frustrandone talvolta le potenzialità
piuttosto che esaltandole. “Accade
proprio così: quando non si è mai
soddisfatti di qualcosa che si è raggiunto,
ma si vede sempre tutto imperfetto,
non si riesce a godere del buono che si
raggiunge, e questo a lungo andare logora
un po’ la propria sicurezza, la propria
autostima. L’avventura con la Nazionale,
con tutto quello che ha comportato,
è stata importante per rivedere un
po’ questo mio modo d’essere: resto la
Monica ostinata, caparbia, perfezionista
di sempre, ma ho imparato a godere dei
successi e delle buone cose che ogni tanto
riesco a fare, soprattutto se queste fanno
poi giocare bene la squadra di cui vesto
la maglia! Credo sia per questo che alla
fine, nonostante la delusione per il quarto
posto sia difficile da smaltire, posso
dire di essermi davvero goduta questo
Mondiale... per dire di più, ancora non
trovo le parole, perché le emozioni sono
state grandissime.”.
Il Mondiale quindi restituisce al
campionato italiano una De Gennaro
rigenerata e con grandi motivazioni: “Mi
sento decisamente più responsabile, ma al
tempo stesso non vedo l’ora di percorrere
questo campionato con la maglia
gialloblu di Conegliano. Siamo una
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