tutto il mondo della pallavolo) la serie A1 non
avrebbe neanche rappresentato un mondo nuovo
in assoluto. Anzi, sarebbe stato un ritorno – anche
se da un approdo completamente diverso - dopo i
due anni trascorsi a Busto Arsizio. “Sono entrata in
prima squadra nella stagione conclusa con il triplete
di quella rosa fortissima. Arrivavo dalla serie B1
di Matteo Lucchini con il ruolo di secondo libero,
poi trasformato in specialista dei cambi di seconda
linea, perché Carlo Parisi privilegia questo utilizzo
al fatto di avere due liberi. Il primo anno avrei
pagato io per stare in squadra anche solo a portare
le borracce. Volevo crescere e imparare e Busto è
un ottimo posto per farlo. Ricordo distintamente la
volta in cui nel dicembre di quella stagione Parisi
mi avvicinò in sala pesi e mi disse in modo chiaro
che il mio momento stava per arrivare. A gennaio di
quell’anno l’esordio in Coppa Cev e poi gli spazi che
sono aumentati con l’infortunio di Havelkova nella
seconda parte dell’annata e la necessità di dare dei
cambi a Meijners in seconda linea. Così come ho il
ricordo netto di una partita giocata addirittura da
attaccante! Andammo a Urbino in un momento
pieno di assenze, scivolammo sotto 0-2 e Parisi mi
mise ad attaccare da posto 4: alla fine vincemmo
3-2! Dopo la prima stagione, la dirigenza mi
consigliò di restare perché nella seconda il mio ruolo
sarebbe stato già definito e conosciuto da subito
e così fu, con spazi e sicurezze maggiori. Alla fine
dello scorso anno, invece, mi dissero di andare a
giocarmela da titolare”.
Dal PalaYamamay al PalaIper il cambio si
avverte, ma per molti versi neanche così tanto:
“Con Busto Arsizio prima e Vero Volley poi ho
avuto la fortuna di incontrare società modello,
molto ben strutturate, con grandi impianti. Per
dire: una nostra promozione in A1 non avrebbe
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