Pallavoliamo Maggio 2014 | Page 28

B-SIDE 28 nel mondo del volley femminile hanno dolorosamente colpito il miracolo di Ornavasso, arrestandone una corsa che continuava ininterrotta da alcune stagioni. Una nefasta congiuntura di eventi che avrebbe provato molti, ma non lei: “Vale la pena scommettere sulla pallavolo, vale la pena dedicare a questo sport la propria vita? La mia risposta è sempre sì. Sento di amare quello che faccio, e credo che ciascuno a suo modo debba rimboccarsi le maniche per far tornare il volley italiano ai livelli di un tempo. Bisogna certamente cercare le giuste strategie: il Mondiale in casa potrà dare una spinta alla diffusione di questo sport, che però deve essere duratura e non effimera, non legata all’evento. Mi piace l’idea che noi atlete che abbiamo scelto di dedicarci alla pallavolo professionistica, abbiamo l’opportunità di incontrare gli studenti nelle scuole: dialogare con la base del movimento serve per far capire che lo sport è un gioco, ma è anche qualcosa che porta con sé enormi valori. Noi li dobbiamo vivere, e dobbiamo anche comunicarli, invitando le persone a conoscerli da vicino. Penso che sia una gioia venire in un palazzetto colorato e caloroso come quelli nei quali ho avuto la fortuna di giocare, una gioia e un’occasione di condivisione, di socializzazione, oltre che la possibilità di avvicinare lo sport in modo organizzato e sicuro. La nostra passione deve poter diventare contagiosa, il volley italiano deve poter ritornare grande e importante”. Parole che hanno il suono di un coro da stadio, anzi, da palazzetto, di quelli del tipo “non mollare mai”... in effetti, proprio in questi giorni in cui il destino di molte atlete è in balìa del destino di alcune società, sono parole che