B-SIDE
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nel mondo del volley femminile hanno
dolorosamente colpito il miracolo di Ornavasso,
arrestandone una corsa che continuava
ininterrotta da alcune stagioni. Una nefasta
congiuntura di eventi che avrebbe provato
molti, ma non lei: “Vale la pena scommettere
sulla pallavolo, vale la pena dedicare a questo
sport la propria vita? La mia risposta è sempre
sì. Sento di amare quello che faccio, e credo
che ciascuno a suo modo debba rimboccarsi
le maniche per far tornare il volley italiano ai
livelli di un tempo. Bisogna certamente cercare
le giuste strategie: il Mondiale in casa potrà dare
una spinta alla diffusione di questo sport, che
però deve essere duratura e non effimera, non
legata all’evento. Mi piace l’idea che noi atlete
che abbiamo scelto di dedicarci alla pallavolo
professionistica, abbiamo l’opportunità di
incontrare gli studenti nelle scuole: dialogare
con la base del movimento serve per far capire
che lo sport è un gioco, ma è anche qualcosa
che porta con sé enormi valori. Noi li dobbiamo
vivere, e dobbiamo anche comunicarli, invitando
le persone a conoscerli da vicino. Penso che
sia una gioia venire in un palazzetto colorato
e caloroso come quelli nei quali ho avuto la
fortuna di giocare, una gioia e un’occasione
di condivisione, di socializzazione, oltre che
la possibilità di avvicinare lo sport in modo
organizzato e sicuro. La nostra passione deve
poter diventare contagiosa, il volley italiano deve
poter ritornare grande e importante”.
Parole che hanno il suono di un coro da
stadio, anzi, da palazzetto, di quelli del tipo
“non mollare mai”... in effetti, proprio in questi
giorni in cui il destino di molte atlete è in balìa
del destino di alcune società, sono parole che