Alla base di tutto c’è la conoscenza del regolamento di gioco: sapendo bene tutte le
regole - che nella pallavolo sono tantissime - si eviterebbero molte incomprensioni
e discussioni. Troppo spesso però gli animi si scaldano ed il più delle volte è per delle
incomprensioni, per degli errori di comunicazione o semplicemente perché non abbiamo
allenato le nostre atlete anche a sapersi porre col la classe arbitrale.
Io parto da un presupposto quando le bimbe iniziano a giocare : “L’arbitro ha sempre
ragione”, aggiungendo che se poi c’è qualcosa da dire, ci pensa chi di dovere, e secondo
me è l’allenatore. Le atlete devono pesare a giocare, l’allenatore a dirigere e l’arbitro ad
applicare il regolamento… facile no? Non penso che si perda per una decisione arbitrale
sbagliata, se si arriva a perdere un set ai vantaggi non può essere solo colpa dell’arbitro
che sbaglia una valutazione, anche se questo accadesse nel momento più importante della
gara. Sarà colpa di tutta la squadra, che durante tutto il set avrà fatto qualche errore di
troppo o semplicemente merito delle avversarie oggettivamente più forti.
Quando però ci troviamo di fronte ad applicazioni discutibili del regolamento, le cose
cambiano e lì bisognerà mettere in pratica tutta l’arte Zen che ci appartiene: noi allenatori
diamo l’esempio, ed è giusto che sia il più
educato possibile, attenendosi sempre e
comunque al regolamento. Deve essere
l’allenatore far conoscere il regolamento
alle proprie atlete, e anche se non ci pagano
anche per questo, a volte ci toccherà anche
insegnare le regole al nostro pubblico,
per evitare che durante le partite qualche
genitore che non ha assimilato le regole si
esprima in modo non consono al nostro
sport.
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