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attaccare, ma ancor più mi piaceva l’ambiente
della pallavolo”. Margherita resta a San
Donà fino al primo anno di Under16, poi
in un momento di crisi della società veneta
decide di trasferirsi per un anno a Modena
all’Anderlini, per poi rientrare a “casa” l’anno
dopo per disputare due campionati uno
di B1 e l’altro di B2. Ed è ovviamente a San
Donà che l’atleta si forma tecnicamente: “La
Volley Pool Piave, è una società di altissimo
livello, ricca di persone competenti, e con una
gran voglia di lavorare: l’ideale per chi vuole
imparare a giocare a pallavolo. Ci sono ottimi
tecnici, a partire da Paolo Silvestrini che
mi ha allenata nell’Under 14, fino a Beppe
Giannetti , senza dimenticare un allenatore a
cui tengo molto che è Carlo Chieco, il secondo
ai tempi della mia esperienza in B1, che
oltre alle competenze tecniche mi ha sempre
consigliata per il meglio.”
Ma il vero “allenatore” di Margherita,
a sentire la giovane campionessa veneta
è da sempre il suo papà: “Mi ha insegnato
soprattutto l’educazione sportiva: cioè a
non arrendersi mai, quando magari un
giovane, dopo una delusione o una sconfitta,
mollerebbe. Inoltre, lui (come mamma) è
medico, e dunque si prende cura di me anche
a livello salutare: ad esempio, durante l’estate
ho avuto un’epatite alimentare, ero dimagrita
e non riuscivo più a saltare, e mio padre mi
ha rimesso in sesto al punto di vincere un
campionato italiano “mezza malata”... Poi,