FATTORE TECNICO
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ma ai quali riconosco capacità metodologiche e
tattiche speciali: Jenny Lang Ping, Marco Bonitta,
Gian Paolo Montali e Zé Roberto. Se dovessi
definire la loro qualità direi che è quella di vedere
le situazioni prima di chiunque altro”. Con
Luciano Pedullà, però, è impossibile fermarsi
qui. Quando è in corso la sua trentaduesima
stagione di pallavolo, al capitolo maestri deve
per forza seguire quello allievi. “Mi ricordo
distintamente di tutte le persone che hanno
collaborato con me negli anni. Mi fa molto
piacere che nella serie A1 di quest’anno ci siano
tre tecnici con cui ho lavorato: proprio Colombo,
con il quale le circostanze ci hanno legato in
modo così particolare in questa stagione, Stefano
Lavarini e Alessandro Beltrami. Ma potrei citare
Paglialunga, Matella, Cavazzini, Bonollo soltanto
per fare alcuni nomi. Penso sia un grande valore
che nella pallavolo si seguano e si sviluppino
strade e lasciti di chi ha preceduto”.
Pallavolo come divertimento, passione
travolgente, impegno enorme e a tratti
totalizzante. Suona strano che per Luciano
Pedullà tutto ciò non vada sotto la voce
“lavoro”: “Lì ci metto l’insegnamento a scuola
che, a parte alcuni periodi sporadici in cui
materialmente non mi era possibile conciliarlo
con la panchina, ho sempre esercitato. Quando
penso alla mia vita, la famiglia è al primo
posto, la scuola è il mio lavoro e la pallavolo
una passione che prende tutto il resto del tempo.
La mia professione mi fa vivere costantemente
a contatto con i giovani e conoscere il loro
mondo, fattore che mi dà un’empatia maggiore
anche con le atlete. Viceversa, la pallavolo mi