Pallavoliamo Dicembre 2014 | Page 72

LA FABBRICA DEI SOGNI (3 scudetti di categoria a metà degli anni 2000), che è stata la casa pallavolistica di Giorgia fino all’ultima stagione. “A 1314 anni ho cominciato a giocare con la serie D, le ragazze erano più grandi, ma si trattava sempre di una formazione Under 18. L’anno dopo mi sono spostata ad Asti, realtà collegata, dove ho fatto prima la C poi la B1 in entrambi i casi con gruppi giovani”. Parallelo, il percorso con le selezioni prima provinciale (2 anni) poi regionale (1 anno) e le soddisfazioni con le proprie squadre di militanza, finali regionali e nazionali incluse. 72 Ruolo? “Schiacciatrice-ricevitrice. Sono sempre stata coordinata, ho iniziato a colpire la palla fin dai primi anni di Under 12, ho sempre avuto un buon bagher e andare in posto 4 è stato lo sviluppo naturale. La mia altezza, per un laterale di club, è sempre stata sufficiente: è quando ho iniziato a confrontarmi con le compagne di Nazionale o del Club Italia che ho incontrato attaccanti realmente di altra fisicità”. La scena iniziale, però, ci ha presentato un premio internazionale assegnato a un libero. E dunque? “Il cambio di ruolo è iniziato con le prime convocazioni in maglia azzurra. Ricordo il primo collegiale a Trento con Luca Pieragnoli: allenamenti interamente dedicati al bagher, poco o niente attacco. All’impatto ci sono rimasta malissimo, non mi piaceva proprio. Poi a un torneo giocato a Modena mi hanno schierato da attaccante, ma la resa migliore l’ho avuta nei fondamentali di seconda linea e mi hanno lodato particolarmente per le mie doti acrobatiche in difesa. Lì ho cominciato ad entrare nell’ottica,