un po’ di sostegno nella fatica di
una vita tutta nuova, in una nuova
città, in un mondo nuovo che si apre
davanti ai suoi occhi. Pian piano,
tuttavia, emerge il suo carattere
solare, pur nella compostezza che
sempre la accompagna: la sua parlata
viene presto contaminata da influssi
romagnoli prima, romani poi, e
da tutti gli accenti che incontra
nella sua avventura – e adesso, se
la sentite parlare dopo tre stagioni
tra San Casciano e Firenze, direste
che è una toscana a tutti gli effetti;
a sbrigare tante cose pratiche si
impara presto, al primo bucato
stinto o scambiato, e anche queste
piccole esperienze diventano pezzi
di vita condivisa con tutte le altre
ragazze che ci stanno passando o che
ci sono passate. La vita quotidiana,
le amicizie, lo studio, convergono
intorno al motivo che dà un senso a
tutte queste novità: il volley.
La continuità, nell’avvicendarsi
dei nomi sulla panchina della
nazionale maggiore e nella schiera
di collaboratori che appartiene
allo staff di questa scuola di volley
dai molti ingranaggi, porta il nome
di Marco Mencarelli: “Alla fine,
la pallavolo era l’unica cosa che
non dovevamo programmare, e alla
quale davamo il nostro contributo,
con allenamenti su allenamenti.
Marco è un allenatore molto capace
dal punto di vista tecnico, mi ha
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