primo aspetto che cerco di suscitare in loro
è l’atteggiamento del professionista. Io mi
rendo conto che faccio attenzione a molte
cose e a come mi comporto, perché credo che
l’allenatore debba essere anche un educatore.
Pretendo rispetto, un comportamento
adeguato, e pretendo che siano una squadra,
senza dimenticarmi che la scuola viene
prima di tutto. Ti dirò la verità: mi fa piacere
sapere dai genitori che i ragazzi vogliono
venire in palestra ad allenarsi e si sentono
parte di un progetto. Mi rende contento
tutto quello che faccio, oltre a farmi sentire
soddisfatto».
Il momento che non speravo arrivasse,
sta invece per arrivare: i saluti. Sono state
ore intense quelle trascorse con Marco, ma
devo ripartire e stavolta, purtroppo non per
un nuovo viaggio. Non so cosa riserverà
il futuro, ma una cosa è certa: porterò 12
esperienze sempre nel cuore. Prima di
salutarci chiedo ancora a Marco se non gli
manca il grande palcoscenico della serie A.
«Certo che mi manca. Se mi arrivasse una
proposta interessante la valuterei, perché
sono un allenatore. Ho avuto la possibilità
di andare ad allenare in Polonia, ma ho
preferito rimanere in Italia. Lavoro coi
giovani ora e ho scoperto un mondo nuovo,
in cui mi diverto molto e mi sento realizzato,
dove cerco di mettere a frutto ciò che ho
imparato in 20 anni».
Servizio di Monica Mares
Fotografie di Luigi Boccia
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