Pallavoliamo Dicembre 2013 | Page 61

sotto rete di Lia: “A parte gli inizi nel minivolley a Scanzorosciate, poi papà è sempre stato il mio allenatore e mamma l’ha spesso aiutato. Ci sono aspetti positivi e negativi, ma sicuramente è qualcosa a cui mi sono abituata bene, anche perché abbiamo un rapporto di grande confidenza. Parliamo molto anche prima e dopo le partite, certamente non è un dialogo che si limita alla palestra e lo ritengo molto formativo: riesco sempre ad avere punti di vista diversi ed importanti, che mi fanno capire e imparare molto”. E non si creda che un papà-allenatore faccia “sconti” alla figlia: “Assolutamente no. Anzi. È il primo a tenere alto il livello di richiesta verso di me, quando le cose non vanno sicuramente la sgridata non la prendo per ultima, ma per prima. Posso dire che le pretese sono più alte rispetto ad altri allenatori, ma sono convinta che sia giusto così”. Ma le vicende familiari di campo non finiscono qui: “Per alcuni anni ho giocato insieme a mamma e ciò mi ha aiutato molto: con la sua esperienza ha sempre avuto consigli importanti e spesso i suggerimenti giusti nelle situazioni complicate. Ho imparato molto stando in campo insieme a lei”. Da questa stagione, Kamelia ha scelto di non giocare più e di lavorare soltanto come seconda allenatrice: “La squadra è rimasta molto giovane, adesso mi trovo ad essere tra le più grandi insieme ad un paio di compagne di squadra ed a dover svolgere in un certo senso un ruolo simile a quello che mia mamma aveva verso di me con le ragazze più giovani”. Responsabilità che non spaventa Lia: “Io tengo sempre a fare bene, a dimostrare ciò 61