subito notata da un tecnico delle giovanili di Chieri:
i provini sono stati subito positivi, e il volley diventa
ben presto l’unica strada da percorrere. “Ho trascorso
una stagione intera in panchina, in Under 13, fino a che,
l’anno dopo, Daniele Sciarrotta ha deciso di dedicarmi
tempo e allenamenti individuali per farmi crescere... ore
indimenticabili di bagher a muro senza le quali tuttavia
non sarei riuscita a coltivare nessuna ambizione”.
La strada di Camilla si rivela tuttavia irta di
ostacoli e difficoltà: per motivi famigliari si trasferisce
a Milano, dove riesce a continuare il suo percorso nel
volley con la maglia della Pro Patria: Under 16 e Prima
Divisione per una stagione intensa, anche dal punto
di vista emotivo. “Non eravamo una squadra forte o
particolarmente competitiva, ma eravamo una bella
squadra. Mi piaceva l’unione che caratterizzava il nostro
gruppo, e se Chieri non mi avesse voluto ancora così
insistentemente probabilmente sarei rimasta”. E invece:
il destino riserva a Camilla una condizione davvero
particolare, costringedola a vivere nella sua città, ma
lontano dalla famiglia, rimasta a Milano. “Ho vissuto da
sola per qualche anno, fino a che mia madre non è tornata
a Chieri: è stata un’esperienza strana e un po’ sofferta, che
però mi ha insegnato moltissimo. Inizialmente ho fatto
fatica ad abituarmi alla condivisione dell’appartamento
con compagne più grandi di me, con interessi diversi
dai miei... sono cambiata negli anni, ho imparato
ad arrangiarmi da sola, sono cresciuta, e insieme a
questa maturità progressiva ho acquisito anche più
consapevolezza dei miei mezzi in campo. Devo molto
alle mie compagne, che mi hanno aiutato in un momento
difficile della mia vita, e in particolare a Rossella Pilotti
che mi ha fatto da mamma. I loro attestati di stima e di
affetto quando sono andata via da Chieri per venire a
Torino sono una parte importantissima nel bagaglio di
esperienze che porto con me”.
L’apice di questo percorso è il momento che
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