CALENDARIO
sconfitte richiedono di essere metabolizzate, e ti impongono
di ripensare e di ricercare i motivi per cui una sconfitta è
arrivata, e soprattutto di trovare soluzioni per cercare di far
meglio nelle occasioni seguenti. Una vittoria esalta, ma non fa
pensare. Forse se ci chiedessimo anche il perché delle grandi
vittorie... diventeremmo invincibili? Chissà. La sconfitta fa
parte del gioco, io ne ho vissute di molto amare, e ad alcune
penso ancora oggi: sono passaggi attraverso i quali sono
cresciuta.
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Mi rivedo un po’ nelle bambine che vengono a chiedermi
l’autografo a fine gara: sia a San Donà che a Rovigo, sono
circondata da tanto affetto soprattutto da parte delle tifose
più piccole. Un affetto che all’inizio mi imbarazzava, perché
io mi sento ancora un po’ come loro, all’inizio di un percorso,
sul quale, davanti a me, sono passate tante persone che
hanno fatto la storia della pallavolo. Adesso l’imbarazzo è un
po’ svanito, e restano la gratificazione personale e il piacere
sincero di regalare qualcosa – un autografo, un sorriso, qualche
battuta – a delle pallavoliste in erba che in quel momento non
desiderano altro!
Insieme ai miei 20 anni, è arrivata anche la serie A: un
salto di categoria non previsto, perché quando ho firmato
con Rovigo la squadra non aveva ancora avuto il responso
sull’iscrizione ala campionato, e io avrei giocato volentieri
anche un altro anno di B1. Sono giovane, non voglio bruciare
le tappe per poi accorgermi che sarei potuta andare più
piano... non mi interessa la celebrità, l’affetto del pubblico
non dipende dalla categoria in cui giochi, ma da quello che
riesci a trasmettere stando in campo. Eppure, la serie A è
decisamente emozionante: le trasferte in particolare sono
belle, anche quando sono lunghe, mi piace girare l’Italia con
la pallavolo! Non so se sono già all’altezza della categoria:
alcuni mi considerano la sorpresa della stagione, ma io penso
che la squadra intera abbia fatto bene in questa prima parte
di campionato, e sia sorprendente, considerando il fatto che