tridimensionale su due livelli custodisce i sentimenti
e la memoria, riservandosi esclusivamente ai defunti
ed ai loro cari. Un grande patio minerale esterno
abbraccia il vecchio pozzo circolare trasformandolo
nel baricentro del più significativo spazio comune di
incontro all'aperto. Il piano terra allestisce i luoghi
dell'accoglienza e del movimento, oltre agli ambienti
destinati alla preparazione cerimoniale delle salme.
Gli spazi destinati alla preparazione della salma e
quelli riservati alla preparazione del cofano trovano un
territorio di intersezione nei locali di ricomposizione
del defunto, ove il corpo è deposto entro i feretri ai
quali è poi conferito l'allestimento definitivo. Di qui
un elevatore, in un simbolico percorso di ascensione
al metafisico, conduce i cofani alle camere ardenti
che, con una scelta evidentemente anticonvenzionale,
conquistano la quota più elevata dell'intervento. Gli
spazi per la veglia, lontani dal carattere ermetico
e cunicolare della tradizione occidentale, eppur
perfettamente protetti da ogni introspezione, sono
qui concepiti come stanze di luce: un'intera parete di
cristallo spalanca gli interni a suggestivi patii segreti a
Il foyer a doppia altezza
dal livello delle camere ardenti
(in alto)
The double-height foyer seen
from the level of the wake
rooms (above)
Sezione ambientale a), b) e c)
(in alto nella pagina accanto)
Environmental section a), b)
and c) (above on the previous
page)
Una delle camere ardenti con
patio dell'arte a cielo aperto;
una delle camere ardenti vista
dal patio esterno a due livelli
e uno degli uffici-laboratori
posizionati nel preesistente
edificio sud (in basso
nella pagina accanto)
One of the wake rooms
with the art sky opened patio;
one of the wake rooms seen
from the outdoor two-level
patio and one of the officeslaboratories placed in the
pre-existing south building
(below on the previous page)
Un "sentiero" in quota, all'esterno, attraversa il patio del
pozzo per giungere ad una misteriosa stanza all'aperto,
altrimenti irraggiungibile, rivolta al giardino e più in
là al profilo delle mura rinascimentali; questo spazio
meditativo è pensato per l'isolamento individuale, per
la contemplazione del paesaggio. Sospeso frontalmente
alla facciata trasparente d'ingresso ma rivolto al
sorgere del sole, il corpo architettonico avvolge il cortile
dell'albero materializzando una specie di abbraccio al
visitatore. Nel vecchio pozzo circolare è posto a dimora
un grande albero sacro, simbolo di vita e rinascita
in ogni contesto culturale e credo religioso. Così la
Cittadella celebrerà la morte non come interruzione, ma
come semplice trasformazione della vita; si chiamerà
proprio Domus Vitae, casa della vita.
Alessandro Costa
Architetto in Rimini, Segretario del premio IQU ∙
Architect in Rimini, IQU Award Secretary
[email protected]
cielo aperto, in tre casi su cinque a doppia altezza, nei
quali vengono custoditi giardini pensili, fiori ed essenze
arboree. L'intimità di ognuno dei cinque ambienti offre
ai visitatori un'esperienza per certi versi "consolatoria"
della veglia. Ognuno dei patii segreti accoglie l'opera di
un artista contemporaneo; le camere ardenti divengono
luoghi della condivisione affettiva, spazi da abitare
poeticamente anche grazie al linguaggio dell'arte.
3.2013
paesaggio urbano VII