Disvelare
l’ingannevole sicurezza
Unveiling the deceitful safety
Marcello Balzani
“Nulla si edifica sulla pietra, tutto sulla sabbia,
ma noi dobbiamo edificare come se la sabbia fosse pietra”.
Jorge Luis Borges,
Frammenti di un Vangelo apocrifo, in “Elogio dell’ombra”, 1969
Chiesa di San Possidonio,
Modena. Perdita del frontone
e di parte della copertura.
Crollo parziale della torre
campanaria e fortissime lesioni
concentrate prevalentemente
nella porzione absidale,
dove la presenza della cripta
ha aggravato ulteriormente
la già scarsa risposta
alle sollecitazioni dinamiche
Church of San Possidonio,
Modena. Loss of the pediment
and part of the roof. Partial
collapse of the bell tower
and strong damage mainly
concentrated in the portion
of the apse, where the crypt
has further exacerbated
the already poor response
to dynamic stresses
L’architettura è al centro del XX Salone del Restauro di Ferrara per tornare a discutere,
proporre, sviluppare ed applicare attraverso progetti sicuri e sostenibili (di recupero,
restauro, rigenerazione, riuso) nello sfondo della ricostruzione post-terremoto.
“Nulla si edifica sulla pietra, tutto sulla sabbia, ma noi dobbiamo edificare come
se la sabbia fosse pietra”. È il 41° frammento di un “Vangelo apocrifo” scritto da
Jorge Luis Borges all’interno di quella splendida raccolta che è Elogio dell’ombra.
Cosa significa? Cosa rappresenta la spietata limitatezza dell’agire umano? E cosa
determina il porsi coscientemente (da architetti) all’interno di una metafora da
contrappasso dantesco?
Borges capovolge il Discorso della Montagna del Vangelo secondo Matteo, al cui
interno troviamo i famosi passi delle Beatitudini, per mostrare come la sua morale
laica (disincantata e impregnata di un sereno stoicismo) si celebra in un Pantheon
con poche statue consolatrici ma anche con limitati inganni. E qui sta il punto.
L’inganno. L’inganno dell’ignoranza e della perdita di valori, conoscenze, modelli
e criteri di processo che possano dare senso e significato al ruolo del progetto
e quindi della professione dell’architetto. E scrivo ignoranza per non scrivere di
peggio. Nulla come un evento sismico, vissuto diffusamente nel proprio territorio,
rende emergente il desiderio di disinganno. Appare un volto che non avremmo
voluto vedere ed è come se il frammento del poeta argentino penetrasse con forza
nella nostra carne: un bisturi alla ricerca di un altro significato.
Oggi abbiamo di fronte una grande opportunità per capire (e imparare) e quindi
tornare ad avere un ruolo. In questi mesi in Emilia e nelle province confinanti delle
altre due regioni molto si è fatto per riattivare il processo produttivo. Il primo
sisma industriale italiano richiedeva una reazione forte per non annullare (in un
momento di progressiva crisi) il tanto lavoro dei più fertili tessuti economici del
nostro paese. Ora è in fase di sviluppo un’altra fase difficile del post-terremoto,
quella della ricostruzione dei tessuti urbani con tutte le interazioni tra paesaggio,
vocazioni culturali, conservazione dei valori storici e religiosi, riqualificazione
economica e turistica. Ci sono molte domande a cui dare risposte e ci sono tante
2.2013
paesaggio urbano 5